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Guerra in Ucraina

Perché le rinnovabili sono l’unica soluzione al taglio delle forniture di gas russo all’Italia

L’intervista di Fanpage.it a Gianni Silvestrini (Kyoto Club) sul taglio delle forniture di gas russo all’Italia: “Si va verso aumento dei prezzi per le famiglie. Rinnovabili ed efficienza energetica strumenti utili per contrastare la decisione della Russia, incomprensibile che l’Italia non li incentivi”.
A cura di Ida Artiaco
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Il taglio delle forniture di gas dalla Russia, e il conseguente aumento dei prezzi che ne deriverà, dovrebbe essere contrastato con un'incentivazione delle rinnovabili e dell'efficienza energetica, strumenti fondamentali anche contro il cambiamento climatico. Ne è convinto Gianni Silvestrini, già ricercatore al Cnr e al Politecnico di Milano, direttore generale del ministero dell’Ambiente e oggi direttore scientifico del Kyoto Club e della rivista QualEnergia, che a Fanpage.it ha fatto il punto della situazione in Italia dopo la decisione comunicata da Eni nelle scorse ore che la russa Gazprom fornirà solo il 50% di quanto richiesto, sulla scorta del taglio alle forniture che sta colpendo tutta l'Europa.

Dott. Silvestrini, cosa sta succedendo dopo la decisione russa di tagliare le forniture di gas?

"Secondo gli ultimi dati Enea, a ieri, nei primi 5 mesi del 2022 la quota dell'importazione del gas dalla Russia, che era pari al 40% l'anno scorso, è scesa al 24%, quindi già adesso stiamo consumando molto meno. Se poi andiamo a vedere gli ultimi due mesi, ad aprile e maggio siamo addirittura sotto il 20% quindi c'è stato un calo notevole dell'importazione del gas. Questa iniziativa si inserisce in un contesto che ha visto dall'inizio dell'anno ad oggi un progressivo calo".

Cosa dovremmo fare per limitare i danni di questa situazione?

"Sappiamo che in questo momento c'è il Governo che ha avviato tutta una serie di iniziative per potenziare i gasdotti dell'Algeria e dell'Azerbaijan, la struttura c'è già, ma anche i rigassificatori. Qui si deve stare attenti perché bisogna evitare di fare investimenti che poi non si possono più utilizzare. Probabilmente un rigassificatore galleggiante potrebbe essere ragionevole ma farne di più potrebbe essere azzardato. La cosa che, però, più mi sorprende è che mancano sempre le rinnovabili, il che per me è incomprensibile. Guardiamo alla Germania, che punta al 2024 di avere mezzo milione di pompe di calore installate e 800mila l'anno dopo quando diventeranno obbligatorie. Il governo spinge verso la riduzione del consumo di gas nell'edilizia e nell'energia elettrica, dato importante soprattutto per l'Italia".

Perché?

"La produzione di energia elettrica è alimentata da noi per più del 40% da gas, mentre in Germania la percentuale è molto minore. Quindi a maggior ragione si dovrebbe puntare sulle rinnovabili. Ancora, la Germania ha alzato l'obiettivo delle rinnovabili al 2030 portandolo dal 65 all'80% e poi dopo la guerra della Russia in Ucraina lo ha portato al 100% entro il 2035, definendo anno per anno quanto si deve installare di eolico e di solare. In Italia Elettricità futura, l'associazione delle imprese italiane delle rinnovabili, ha fatto proposta di installare 60 gigawatt, solo che nel caso di Berlino è il governo che indica l'obiettivo, da noi il governo li ha ridicolizzati, il ministro Cingolani li ha chiamati la ‘lobby dei rinnovabilisti'. Se venissero utilizzati quest0 60 gw proposti dal mondo delle utilities avremmo più che dimezzato l'importazione del gas russo, e invece continuiamo a parlare di rigassificatori.

È scandalosa questa scarsa attenzione sia sul lato dell'efficienza energetica che delle rinnovabili, che sono anche gli strumenti per combattere la crisi climatica che per altro la siccità di questi giorni fa evidenziare. Coldiretti lamenta i danni enormi per la siccità ma si oppone agli impianti fotovoltaici, ci sono contraddizioni enormi. Bisogna che l'Italia si dia una mossa, vedo che la Germania sta facendo cose giuste nonostante gli errori del passato. Quest'anno nel primo trimestre il 50% dell'elettricità è stato realizzato dalle rinnovabili".

Cosa cambierà per le famiglie italiane? 

"La situazione cambierà soprattutto per quanto riguarda i prezzi, mentre a livello di quantità andando verso l'estate stiamo riempiendo gli stoccaggi e abbiamo per fortuna altre fonti di approvvigionamento. Certamente c'è un problema che riguarda tutti, non solo l'Italia. Il che comporta tensione sui prezzi. Per quanto riguarda le famiglie, noi sappiamo che per l'energia elettrica abbiamo un milione di impianti fotovoltaici in Italia, quindi di famiglie e imprese che l'hanno installato. È la cosa più semplice perché consente di ridurre la bolletta grazie al sole, ragione in più per affrontare il caro bollette. Proprio per le famiglie c'è il super bonus che consente di installare più di 100mila impianti fotovoltaici. Dobbiamo recuperare terreno, siamo bloccati sul 38% di rinnovabili elettriche dal 2014. Quest'anno sta andando meglio proprio in virtù dell'aumento dei prezzi e l'anno prossimo nel 2023 ci sarà un boom secondo me, la combinazione di semplificazione e prezzi alti poteranno ad una accelerazione delle rinnovabili anche in Italia".

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