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Svolta nell’inchiesta sull’omicidio di Noemi Durini: indagato un meccanico di 49 anni

Fausto Nicolì, un meccanico di 49 anni di Patù, è stato iscritto nel registro degli indagati in relazione all’omicidio della sedicenne Noemi Durini. Ad accusare l’uomo il fidanzato della vittima, anch’egli in carcere.
A cura di Davide Falcioni
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Fausto Nicolì, un meccanico di 49 anni di Patù, è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura della Repubblica di Lecce nell'ambito dell'inchiesta sull’omicidio di Noemi Durini, la ragazza di 16 anni di Specchia scomparsa il 3 settembre scorso e ritrovata senza vita nelle campagne di Castrignano del Capo 10 giorni dopo.  Ad accusare il 49enne è stato Lucio, all'epoca dei fatti fidanzato della vittima, oggi detenuto in un carcere in Sardegna: il giovane in un primo momento si è autoaccusato del delitto facendo ritrovare il corpo della ragazza in un uliveto ma nei giorni scorsi, in una lettera inviata agli inquirenti, ha accusato Nicolì del delitto. Quest’ultimo conosceva sia Noemi che Lucio.

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A carico di Fausto Nicolì i carabinieri, su delega del sostituto procuratore della Repubblica, hanno effettuato una perquisizione nel corso della quale sono stati sequestrati soprattutto supporti informatici. Peraltro lo stesso meccanico di Patù quasi quattro mesi fa aveva denunciato per calunnia Lucio, poiché il giovane in un interrogatorio lo aveva accusato di aver tentato di spingere la vittima ad uccidere i genitori del ragazzo. E anche questi ultimi avevano riportato questa accusa in alcune interviste. "È un atto dovuto – spiega all'Adnkronos l’avvocato del 49enne, in relazione all’iscrizione nel registro degli indagati del suo assistito – durante la perquisizioni non è stato trovato nulla di rilevante. Il mio assistito si è liberato, ora è più tranquillo e sollevato, come lo sono io. Ma è anche indignato per questa accusa infondata. C’è stata già una confessione piena e una perizia", ricorda in riferimento al 18enne detenuto.

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Noemi Durini prima picchiata, poi accoltellata

L'inizio di un'indagine a carico del meccanico pugliese segna una svolta fondamentale nell'inchiesta sulla morte di Noemi Durini: secondo quanto emerse dall'autopsia, prima di essere uccisa la ragazza venne picchiata, probabilmente a mani nude, e in seguito accoltellata alla testa e al collo. Nel cuoio capelluto della giovanissima fu trovata la punta del coltellino utilizzato per il ferimento, mentre sul suo cadavere  non c'erano segni di colpi di pietra, come si era ipotizzato in un primo momento.

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