Svolta nel caso di Roberta Ragusa: si scava vicino a una base americana
L’ultima pista che porta il nome di Roberta Ragusa è quella che spinge gli inquirenti a cercare il cadavere in alcuni terreni vicini a una base militare americana del litorale pisano. Dopo mesi di indagini a singhiozzo forse si arriverà così a una svolta: un reparto di 50 militari del Reggimento Carabinieri Tuscania è al lavoro nella zona di Pineta San Pietro, non lontano dalla base di Camp Darby in località Tombolo, una frazione del Comune di Pisa. Le forze dell’ordine stanno scavando alla ricerca, ormai, del suo cadavere: praticamente nessuno crede infatti di poter trovare ancora in vita la 45enne scomparsa lo scorso 13 gennaio dalla sua casa di Gello, a Pisa. Il caso Ragusa, sin dall’inizio, è apparso complesso e per mesi le indagini sono andate avanti anche con l’ausilio di chi meglio la conosceva.
L’unico indagato è il marito di Roberta – Inizialmente l’ipotesi era stata quella dell’allontanamento volontario, dopo settimane escluso ormai da tutti. Gli amici, a cinque mesi dalla sua scomparsa, avevano consegnato al magistrato un dossier nel quale invitano a proseguire le ricerche in un cimitero non lontano dalla casa della donna, innumerevoli inoltre le segnalazioni di chi ha creduto di averla vista in altre zone d’Italia e anche fuori dal Paese. Tutto è stato però inutile: di Roberta Ragusa non si è saputo più nulla e, dopo otto mesi di indagini, l’unico indagato resta ancora suo marito Antonio Logli. Nemmeno su di lui, però, sono emersi fatti particolari in questi mesi. Riguardo le ultime ricerche dei militari è arrivato anche il commento dell’avvocato Roberto Cavani, il legale dell’uomo: “Non ne sappiamo assolutamente nulla”.
