Svolta nel caso di Davide Ferrerio, in coma dopo aggressione: arrestate 17enne e sua madre
Svolta nel caso di Davide Ferrerio, il giovane bolognese aggredito la scorsa estate a Crotone e attualmente in stato di coma. La polizia di Stato ha arrestato a Crotone due persone, una donna, A.P., di 41 anni, che è stata condotta in carcere, e la figlia, M.A. diciassettenne, portata in una casa protetta.
I due arresti arrivano nell'ambito delle indagini sull'aggressione ai danni di Davide Ferrerio. Il giovane subì un'aggressione lo scorso 11 agosto e attualmente è ricoverato nel reparto di rianimazione dell'ospedale Maggiore del capoluogo emiliano.
Le due donne, accusate di concorso anomalo in tentato omicidio, sono gravemente indiziate di aver fornito un contributo attivo e consapevole all'aggressione subita dal giovane.
Solo la scorsa settimana Giuseppina Orlando, mamma di Davide, aveva scritto una lettera al nuovo ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per chiedere di allargare le indagini su quanto accaduto al figlio in Calabria. In particolare, nella lettera chiedeva che oltre all'autore del pestaggio, Nicolò Passalacqua, in carcere dal giorno dell'arresto con l'accusa di tentato omicidio, indagare anche su un altro giovane, vero bersaglio dell'aggressione, che da qualche tempo corteggiava la fidanzata minorenne di Passalacqua e contro il quale, per questo motivo, lei stessa e sua madre avevano organizzato quella "spedizione punitiva".
La svolta è arrivata oggi, con i due arresti a Crotone della donna e di sua figlia. Le due donne, dopo la brutale aggressione a Davide, erano state iscritte sul registro degli indagati con l'accusa di favoreggiamento per aver aiutato Passalacqua a dileguarsi.
Le indagini condotte in questi mesi dagli investigatori della squadra Mobile avrebbe consentito di raccogliere elementi tali da far ritenere che il loro contributo nel pestaggio sia stato attivo e consapevole tanto che il giudice delle indagini preliminari ha emesso nei loro confronti una misura cautelare con l'accusa di concorso in tentato omicidio.
Determinanti per le indagini sono stati l'esame delle persone informate sui fatti, l'intercettazione di conversazioni e comunicazioni, i sopralluoghi e le misurazioni, l'esame del contenuto dei cellulari sequestrati agli indagati, l'analisi delle immagini degli impianti di sorveglianza e dei lettori delle targhe installati a Crotone.
A quanto si apprende, invece, il Gip di Crotone non ha ritenuto sufficienti gli indizi raccolti a carico di un'altra persona presente sul luogo dell'aggressione. "È doveroso segnalare – si legge in una nota della Questura di Crotone – che la persona a bordo del ciclomotore più volte indicata sugli organi di stampa come il soggetto che avrebbe provocato l'aggressione, è totalmente estranea alla vicenda, trattandosi di un soggetto che casualmente in quei momenti transitava nei pressi del Palazzo di Giustizia di Crotone, al pari di altri utenti della strada".