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Svolta l’autopsia sul corpo di Francesca Romeo, la dottoressa uccisa in Calabria: giallo sul movente

Ancora ignoto il movente dell’omicidio di Francesca Romeo. Un’ipotesi che continua ad essere presa in considerazione, sebbene manchino riscontri oggettivi, è che la dottoressa possa essere rimasta vittima di una vendetta per motivi legati alla sua attività professionale.
A cura di Davide Falcioni
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Perché è stata uccisa Francesca Romeo? A questa domanda gli inquirenti che indagano sull'omicidio della dottoressa di 67 anni, guardia medica a Santa Cristina d'Aspromonte, non sanno ancora dare una risposta. La donna è stata assassinata la notte tra venerdì e sabato in un agguato con alcuni colpi di fucile mentre rientrava a casa in auto a Seminara insieme al marito, Antonio Napoli, rimasto lievemente ferito ed anche lui medico; Romeo aveva da poco concluso il suo turno di lavoro.

Per fare il punto sulle indagini si è tenuto oggi un vertice a Palmi, in Procura, tra i magistrati che stanno coordinando le indagini, il procuratore della Repubblica, Emanuele Crescenti, l'aggiunto Santo Melidona ed il sostituto Elio Romano, e gli investigatori della Squadra mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di Taurianova. In serata è stata anche effettuata l'autopsia sul corpo della vittima. Investigatori ed inquirenti riferiscono di non avere certezze, al momento, sul movente del delitto.

Un elemento certo, comunque, almeno per il momento, è che l'obiettivo dell'agguato era proprio la dottoressa Romeo e non invece il marito che sedeva al suo fianco. Anche perché dai rilievi balistici effettuati e dalla direzione dei colpi che sono stati sparati non ci sarebbero dubbi sul fatto che l'intento dell'assassino, o degli assassini, fosse proprio quella di uccidere la professionista e non Antonio Napoli. Con l'aggiunta, si fa osservare ancora negli ambienti investigativi, che difficilmente chi si è assunto di eseguire un omicidio così "importante" può sbagliare il proprio obiettivo.

Un'ipotesi che continua ad essere presa in considerazione, sebbene manchino riscontri oggettivi, è che la dottoressa possa essere rimasta vittima di una vendetta per motivi legati alla sua attività professionale. Il rifiuto ad accogliere una richiesta che le sarebbe stata rivolta da ambienti della criminalità. Un'ipotesi, però, in merito alla quale il marito, secondo quanto si è appreso, non ha fornito alcuna conferma. Nei prossimi giorni saranno sentiti familiari e conoscenti della vittima e del marito nel tentativo di acquisire ulteriori elementi utili per le indagini.

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