Svizzera, decisione storica: rompe la neutralità e dice sì alle sanzioni contro la Russia
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Anche la Svizzera, Paese storicamente neutrale nei conflitti armati, ha deciso di allinearsi alle sanzioni contro Mosca. Si tratta di una decisione mai presa finora e annunciata dal presidente Cassis alla tv pubblica. "Neutralità non significa indifferenza" aveva detto alcuni giorni fa. Ieri il cambio di rotta. "È molto probabile – ha detto – che la Svizzera seguirà l'Europa". Fino ad ora Berna si era limitata a formulare una black list composta da 300 cittadini russi e 4 banche. Una posizione piuttosto prudente nei confronti di Putin che secondo molti osservatori non avrebbe impedito ai numerosi oligarchi e milionari russi che hanno conti nelle banche elvetiche a continuare ad operare. Sono state le pressioni dell'Europa a convincere la Confederazione a mettere in campo misure più dure, anche per evitare di mettere a rischio la sua reputazione (come avvenne durante la Seconda Guerra mondiale, quando le banche elvetiche continuarono a lavorare con la Germania di Hitler).
Che cos'è la neutralità svizzera
Secondo il Dizionario Storico della Svizzera la neutralità di uno Stato consiste "nella non partecipazione a una guerra tra altri Stati". "Il diritto della neutralità si differenzia dalla politica di neutralità, che comprende l'insieme dei provvedimenti adottati da uno Stato neutrale in tempo di guerra o da uno Stato neutrale permanente già in tempo di pace, di propria iniziativa e a prescindere dagli obblighi che derivano dal diritto della neutralità, per garantire l'efficacia e la credibilità del suo statuto", prosegue il Dizionario. Quella della neutralità non è un’invenzione elvetica. Tale concetto era infatti già noto nell’Antico Testamento, nell’antichità greca e romana e nel Medioevo, anche se la Svizzera è il Paese l'ha praticato da più tempo a livello mondiale. Dal punto di vista ellenico – prosegue il Dizionario – "essa sembra rappresentare piuttosto un intelligente strumento di difesa dei propri interessi e la legittima strategia politica di un piccolo Stato confrontato alle grandi potenze; talvolta al realismo politico si è aggiunta l'idea di una missione umanitaria della Svizzera".