Sventò un femminicidio con una telefonata al 112, ora il 16enne Emanuele è Alfiere della Repubblica
"Siamo stati travolti, da venerdì, da questa notizia. Emanuele non farà interviste: è un minore e dietro c'è una storia non comune. Siamo molto contenti: inizialmente ho pensato a uno scherzo, una farsa, poi ho parlato con la Segreteria del Quirinale: il riconoscimento sarà consegnato il 13 maggio e per noi, per mio figlio è un grande onore che abbiamo accolto con orgoglio". Sono le parole pronunciate da Ramona Rosemari Lascu per esprimere la sua gioia per il riconoscimento di ‘Alfiere della Repubblica' assegnato a suo figlio, Emanuele Nicola Affaticati, non ancora 16enne, residente a Fiorenzuola D'Arda, nel Piacentino che, nel dicembre del 2022, ha sventato il piano di un uomo intenzionato ad uccidere la sua ex compagna.
Quel giorno, mentre tornava dalla scuola su un treno regionale, il ragazzo aveva ascoltato, involontariamente, la telefonata di un altro passeggero che, in lingua rumena, ripeteva continuamente di essere diretto dalla sua ex fidanzata per ucciderla. Conoscendo la lingua e avendo compreso il contenuto della chiamata, Emanuele aveva subito colto la gravità della situazione e aveva dato l'allarme alle forze dell'ordine chiamando il 112, portando all'arresto dell'uomo.
La storia, prosegue la mamma del giovane Alfiere, "risale a un anno e mezzo fa, non è recentissima: lui sentì questa conversazione. Emanuele era convinto di quello che aveva sentito: le forze dell'ordine hanno fatto il loro dovere, sono state loro le prime a intervenire e devono avere loro la medaglia perché era in atto un tentato omicidio".
Quello di Emanuele Nicola Affaticati è stato un gesto di enorme coraggio che ha inorgoglito la sua famiglia. "Mio padre – racconta la signora Lascu – è un colonnello della Marina in Romania. Siamo cresciuti, ed è stato cresciuto un po' anche lui come noi figlie, su una figura di un padre molto bravo, un ufficiale". Il riconoscimento da parte del Presidente della Repubblica "per mio figlio è un grande onore – ribadisce -: quando abbiamo ricevuto l'invito ci siamo seduti sulle sedie: è un riconoscimento molto bello e l'abbiamo accolto con orgoglio. Adesso – chiosa la madre di Emanuele – gli ho detto che deve andare avanti senza montarsi la testa".