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“Svegliati Italia”: i vostri figli vi chiederanno se eravate in piazza

Su una battaglia epocale come quella sui diritti civili vale la pena decidere bene da che parte stare, ognuno con le sue convinzioni ma sapendo che la Storia giudicherà. E ci giudicheranno i nostri figli con la stessa faccia con cui abbiamo guardato i nostri padri trovando profondamente ingiusta una legge di qualche decennio fa. Anche i tiepidi ci pensino: qualcuno ci chiederà dove eravamo in questi giorni.
A cura di Giulio Cavalli
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Al solito, quando si tratta di stabilire moderne visioni per i diritti civili il Paese si spacca. È nell'animo di uno Stato l'equilibrio sempre precario tra spinte di rinnovamento e integralisti conservatori, una sana dialettica sarebbe anche un arricchimento del dibattito se non si scivolasse troppo spesso nella disonestà intellettuale di qualcuno nelle parti. Questo "manuale minimo dell'amore legittimo" che qualcuno si ostina a volere imporre con la coppia naturale, con ciò che (secondo loro) piace a Dio o al Vangelo, volendo instillare una gerarchia di amori più o meno disonorevoli in base a schemi che sono fossili sociali fra qualche decennio farà ridere.

Sì, come per il divorzio, i negri sui trasporti pubblici, il diritto di voto alle donne oppure il diritto all'istruzione succederà, fra pochi decenni che ai più giovani si stamperà un mezzo sorriso di compassione quando gli si dirà che le coppie dello stesso in Italia non avevano diritti. Faticheranno a credere che due uomini o due donne per amarsi in serenità sono stati costretti ad un trasferimento fuori dall'Italia per vedersi riconosciuti, non riusciranno a percepire cosa significhi esserci senza esistere per uno Stato che è rimasto scollegato dalla realtà, sommerso fuori tempo.

Saranno i nostri figli il polso della responsabilità politica e culturale di un ritardo che ci rende patetici di fronte al resto d'Europa e di un bel pezzo di mondo. Perché se le piazze di oggi saranno strumentalmente raccontate (e succederà, sicuro) come "un'accozzaglia di gay che tentano di farsi lobby", queste stesse pagine che oggi le deridono saranno i manifesti vergognosi di un medioevo da cui ostinatamente non si voleva uscire.

Quello che oggi sembra un duello cercato dal pretino di turno, dal moralizzatore pervertito e corrotto da chi confonde tradizione con la cecità fra trent'anni sarà uno snodo civile giudicato dalla Storia e già oggi si può scommettere che molti partecipanti al Family Day in futuro si vergogneranno di essere stati dalla parte sbagliata; ma non si vergogneranno per un'improvvisa presa di coscienza o una rapida conversione, no, semplicemente leggeranno sulla faccia dei propri figli l'essere stato retrogradi e miopi.

Potete essere contro a favore dei diritti civili, siete liberi di prendere la posizione che ritenete più giusta, ma sappiate che il tempo vi chiederà conto della vostra posizione. Se siete scesi in piazza, se vi siete infilati al Family Day o se siete restati muti ad osservare o silenti ad ignorare beh, pensate bene alle vostre motivazioni. Poi un giorno vi succederà di capire che le battaglie epocali per i diritti sono quasi sempre per i diritti "degli altri" o forse, peggio, vi capiterà di essere voi nell'allevamento ristretto degli "altri" per un diritto da andarsi a prendere: quello sarà il momento cruciale, il nodo delle vostre scelte, il giudizio del vostro agire.

Anche i tiepidi ci pensino: perché ogni razzismo o segregazione avviene grazie ad una maggioranza silenziosa. E anche con quelli, solitamente, i figli e la storia non sono mai stati teneri. Pensateci: anche voi con i vostri padri. Pensateci.

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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