Svegliata di notte e minacciata perché trans: “Non ti vogliamo”, indagati padre e figlio a Taranto
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Una giovane donna transgender sarebbe stata vittima di minacce, insulti e continui atti di disturbo da parte dei suoi vicini a Taranto. Il motivo? Non la volevano nel loro condominio. Tra le molestie, secondo la denuncia, citofonate e ripetuti suoni del campanello nel cuore della notte. In un episodio particolarmente grave, la vittima sarebbe stata accerchiata da una decina di persone e aggredita con un pugno e uno schiaffo e le sarebbe stato strappato il cellulare dalle mani. Il caso è emerso grazie a un articolo della Gazzetta del Mezzogiorno, secondo cui la donna ha sporto denuncia per stalking nei confronti di un uomo e di suo figlio.
Dopo la denuncia della vittima e le indagini dei carabinieri, il giudice Elio Cincelli ha imposto a un 28enne il divieto di avvicinamento a meno di 500 metri e il braccialetto elettronico. Il giovane è indagato per minacce gravi e atti persecutori insieme al padre.
Quest’ultimo, nella notte tra il 7 e l’8 dicembre, avrebbe violato gli arresti domiciliari per intimare alla ragazza di rientrare in casa, dopo che lei si era lamentata per il rumore proveniente dalla loro abitazione. Quindi la già citata aggressione in branco. A seguito di questo episodio, l’uomo è stato trasferito in carcere. Il figlio invece è stato ritenuto pericoloso dal giudice, avendo continuato a intimidire la ragazza anche dopo la revoca dei domiciliari al padre.
"Questa escalation di episodi di violenza contro le persone trans è il sintomo di un contesto politico e sociale in cui il discorso d'odio trova sempre più legittimazione. Le istituzioni non possono restare in silenzio ma devono assumersi la responsabilità di contrastare non solo la violenza fisica, ma anche quella verbale e simbolica, spesso alimentata proprio da dichiarazioni pubbliche irresponsabili di membri delle istituzioni stesse, nonche' dalla mancanza di leggi adeguate". Lo dichiara all'ANSA il responsabile Rete Trans Arcigay, Christian Cristalli, in riferimento agli insulti, alle minacce e a un'aggressione subita da una ragazza trans che i vicini di casa volevano si trasferisse. "
È ora – aggiunge Cristali – che i partiti, a tutti i livelli, escano dall'ambiguità e prendano posizione netta contro la transfobia". "La nostra comunità è sotto attacco e le persone trans – sottolinea la presidente nazionale Arcigay, Natascia Maesi – sono il bersaglio principale di una violenza quotidiana. Non ci sono più luoghi sicuri per noi, non lo sono più nemmeno le nostre case".
"Chi ci insulta, ci minaccia, ci aggredisce – prosegue – è sostenuto e protetto da chi, anche all'interno delle istituzioni, con la propria indifferenza è il mandante di questa violenza. La ministra Roccella, che abbiamo incontrato qualche giorno fa, ne è la dimostrazione plastica. Nonostante la nostra insistenza, non ha voluto riconoscere e condannare pubblicamente questa violenza: i suoi ‘valuterò' – conclude Maesi – sono la cartina di tornasole di un governo complice e irresponsabile che non distingue tra il proprio ruolo istituzionale e le proprie convinzioni ideologiche".