Susegana, continua lo sciopero dei lavoratori di Electrolux per il caldo, l’azienda: “Si può lavorare”
Continua lo "sciopero del caldo" dei dipendenti di Electrolux di Susegana, Treviso. L'azienda però ha messo le mani avanti, ribadendo che "nei reparti produttivi si può lavorare poiché le condizioni di sicurezza sono garantite e non ci sono rischi di sorta per la salute dei lavoratori". In una nota della direzione aziendale, viene specificato che la percentuale di lavoratori che ha scelto di non lavorare tra il 23 e il 24 agosto è del 20%, mantenuta costante sul totale di 800 operai dell'azienda.
Diversi dipendenti se ne sono andati prima della fine del turno a causa del caldo torrido (con picchi fino a 35 gradi, secondo i delegati rsu). Anche oggi, un gruppo di lavoratori ha lasciato la fabbrica prima delle 13: tra loro, quelli impiegati nelle linee di produzione Cairo, il magazzino imballaggio, l'area recupero e qualche altro settore. I dipendenti della zona Genesi hanno continuato a lavorare normalmente, secondo quanto testimonia l'azienda, poiché il clima è segnato da "temperature compatibili" sotto i 30 gradi.
I delegati Rsu hanno risposto alla nota sottolineando che "i numeri vanno interpretati". Le linee Cairo, infatti, farebbero parte della vecchia fabbrica, dove fa molto caldo. Le produzioni nei laboratori di quella fabbrica si sono fermate tutte, secondo i delegati sindacali.
"Ora su 1.300 dipendenti, quelli che lavorano nella parte vecchia saranno meno di 400 tra magazzino, imballo, recupero, area tecnologica e linee di montaggio. Il resto lavora in Genesi, nell'officina modelli, in manutenzione e nei laboratori, oltre alla struttura impiegatizia".
Chi non lavora in ambienti climatizzati, insomma, sarebbe stato costretto ad uscire prima della fine del proprio turno. Secondo i sindacati, i dipendenti impiegati nel montaggio e nella meccanica sono stati obbligati ad abbandonare la fabbrica per il troppo caldo e i numeri sarebbero da interpretare sulla base delle uscite anticipate negli ambienti più vecchi.
I delegati Rsu hanno specificato che, oltre ai dipendenti che hanno lasciato lo stabilimento nelle ore più calde, vi è un'alta percentuale di persone in malattia a causa dello stress termico. Una lettura, secondo i sindacati, più articolata e attenta di quanto accade nella fabbrica.
La Rappresentanza sindacale ha quindi riproposto la necessità di sospendere nelle ore di maggior caldo le attività nelle aree più esposte a temperature elevate.
L'azienda, dall'altra parte, ha fatto sapere che buona parte dei lavoratori opera in ambienti climatizzati non interessati alla sospensione per il caldo. La sezione Genesi, stando a quanto specificato anche da Electrolux, ha una struttura rinnovata con capannoni più alti e un sistema di impianti adeguati per abbassare anche di 5/6 gradi le temperature.
"Di fronte al muro alzato dai dirigenti, non è rimasto altro che agire secondo il principio di tutela della salute e della sicurezza – spiegano i sindacati – in linea con quanto previsto dalle norme in materia e dai bollettini del ministero della salute". Electrolux, dal suo canto, è tornata a ricordare che durante i mesi estivi "applica integralmente la procedura microclima attiva dal 2019 a Susegana, come in tutti gli altri siti italiani, e concordata con la parte sindacale".
La procedura prevede tre livelli di allerta (giallo, arancione e rosso) con relative regole da seguire in base al livello di discomfort per garantire la sicurezza dei dipendenti.
Si tratta di misure ordinarie quali il ricambio dell'aria nel periodo notturno, l’attivazione dei condizionatori nei reparti produttivi, la messa a disposizione di acqua e sali minerali.