Susanna Recchia e la figlioletta morte abbracciate, nella lettera il messaggio alla sua famiglia
Sono finite nel peggiore dei modi le ricerche di Susanna Recchia, la 45enne scomparsa venerdì 13 settembre insieme alla figlia di 3 anni. La donna, residente a Miane (Treviso), era uscita di casa con la piccola prima che il padre, un uomo dal quale la 45enne si era separata da poco, venisse a prenderla. Sul tavolo dell'appartamento ha lasciato documenti e cellulare: il dettaglio aveva preoccupato fin da subito le forze dell'ordine di Conegliano, che durante le indagini avevano appreso del profondo malessere covato dalla donna.
Così era iniziata una vera e propria corsa contro il tempo per evitare il peggio, ma alla fine le forze dell'ordine hanno dovuto recuperare i due corpi senza vita nel Piave. Mamma e figlia, trovate ancora abbracciate, sarebbero morte poco dopo la scomparsa. Sui corpi delle due sarà disposto un ulteriore esame per confutare l'ipotesi dell'omicidio-suicidio. Non sono state per ora riscontrate lesioni che fanno supporre un'ipotesi diversa, ma il nuovo esame sarà compiuto per non lasciare niente al caso. Se non dovessero emergere elementi contrastanti, verrà dato il nulla osta per la sepoltura.
La 45enne aveva spiegato il motivo del suo allontanamento e quello dietro il suo gesto estremo in una lettera di 5 pagine rivolta agli altri 3 figli. "Dovete vivere sempre con onestà, secondo i valori che io e papà vi abbiamo trasmesso" scriveva Recchia rivolgendosi ai suoi bambini. Nell'addio scritto ai familiari, la 45enne spiegava di aver voluto portare con sé la figlia più piccola che soffriva di epilessia.
I problemi di salute dell'ultimogenita avevano imposto a Recchia uno stop dal lavoro. Quest'ultimo colpo, unito alla fine della relazione con il padre della bimba e alla depressione della quale soffriva da tempo, è stato forse troppo da sopportare, tanto da portare la 45enne a scrivere le 5 pagine di addio rivolte ai figli e ad allontanarsi in auto con la figlioletta. Nell'ultimo viaggio, la donna avrebbe portato con sé anche i farmaci salvavita della bambina.
Nella missiva, la 45enne aveva ringraziato l'ex marito, che dovrà crescere da solo i tre figli, e si è rivolta all'ex compagno, papà della bimba più piccola. A lui ha recriminato la fine della loro storia avvenuta circa un mese prima del suicidio. L'auto della donna è stata trovata sabato sera a 5 chilometri dal ponte di Vidor e le speranze di salvare mamma e figlia si sono definitivamente infrante intorno alle 10 del mattino di domenica, quando i corpi sono stati recuperati ancora abbracciati dal Piave.
La donna si sarebbe immersa nel fiume dalla riva stringendo a sé la figlioletta. Sulle salme delle due, infatti, non vi sarebbero ferite compatibili con un caduta dall'alto, segno che Recchia non si è lanciata nel vuoto. Le due sono state trascinate dalla corrente per 5 chilometri fino all'isolotto di ghiaia dove sono state individuate.
"Sono distrutto, non trovo le parole. Grazie per l'affetto e la vicinanza" ha detto l'ex compagno della 45enne prima di chiudersi nel silenzio. L'uomo, secondo quanto riporta Il Gazzettino, si è confidato con il parroco di Miane e poi si è chiuso nel lutto per la madre di sua figlia e per la sua bimba di appena 3 anni.
Il fatto che la donna avesse portato con sé il farmaci salvavita della bimba di 3 anni nell'ultimo viaggio verso il Piave avevano fatto sperare al padre di ritrovarle in vita.Da qui gli appelli caduti nel vuoto da sabato mattina fino al ritrovamento dei corpi di domenica mattina.
Susanna Recchia aveva ritrovato l'amore cinque anni fa dopo il divorzio dal primo marito. Con lui era rimasta in ottimi rapporti ed entrambi collaboravano per crescere i primi 3 figli. Dalla relazione con il nuovo compagno, invece, era nata l'ultimogenita, la bimba che soffriva di epilessia. La storia era finita circa un mese fa, così come spiegato anche dall'uomo durante la denuncia di scomparsa alle forze dell'ordine. "Non avrei mai immaginato una cosa del genere – ha spiegato dopo il ritrovamento dei corpi – altrimenti non le avrei mai lasciato la bambina".
La vicenda ha sconvolto la comunità di Miane e la Marca intera dopo ore di concitate ricerche.