“Suprematismo, filonazismo e pedopornografia” nei gruppi Telegram: arrestati tre giovani a Genova
Sono tre le persone arrestate questa mattina a Genova con l'accusa di far parte di un gruppo Telegram in cui, oltre a scambiarsi materiale pedopornografico, incitavano alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici e religiosi oltre all'apologia di gravi crimini anche di tipo terroristico (come omicidi e stragi).
Si tratta di giovanissimi, di età compresa tra 14 e 21 anni, due dei quali sono stati raggiunti dall'ordinanza di misura cautelare in carcere mentre il terzo è agli arresti domiciliari. Le indagini sono state condotte dalla Digos di Genova e dal Servizio per il contrasto all'estremismo e terrorismo interno della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione della Polizia di Stato, unitamente a personale del Centro operativo per la Sicurezza cibernetica Liguria e del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni.
Secondo quanto emerso i tre diffondevano su una chat Telegram video che ritraevano mutilazioni, torture ed esecuzioni degli jihadisti, oltre a violenze xenofobe, razziste e omofobe accompagnate da commenti di approvazione ed esaltazione e intrisi della retorica tipica della ideologia suprematista. I tre, che avevano il "mito" degli autori dei massacri di massa nelle scuole americane, "progettavano attacchi alle istituzioni".
Gli investigatori della Digos, coordinati dal pm Federico Manotti, e dalla collega Gabriella Dotto del gruppo specializzato soggetti deboli della Procura, nell'ambito della stessa operazione stanno eseguendo perquisizioni nei confronti di alcuni minorenni a Torino, Lanciano e Sanremo in esecuzione di decreti emessi dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Genova.
Nelle loro conversazioni, "basate sull'odio antisemita e nei confronti delle persone di colore, mostravano simpatie per Hitler e il nazismo oltre ad atteggiamenti misogini", tramite la condivisione di video di donne, la maggior parte minorenni, che si suicidano, che vengono violentate o uccise. Sono indagati per apologia, attraverso il web, di gravi delitti (omicidi e stragi) anche di tipo terroristico, avrebbero istigato alla violenza sessuale su minori e avrebbero diffuso, sempre tramite i canali social, materiale pedopornografico.