video suggerito
video suggerito
Funerali Papa Francesco

Suor Genevieve racconta com’è nata l’amicizia con Papa Francesco: “Urlai la mia rabbia e lui mi richiamò”

Suor Genevieve Jeanningros, amica di Papa Francesco è stata una delle prime a salutare il Pontefice all’arrivo della salma a San Pietro. A Fanpage.it racconta l’inizio della loro amicizia.
A cura di Gabriel Bernard
618 CONDIVISIONI
Suor Genevieve Jeanningros / credit video Ansa
Suor Genevieve Jeanningros / credit video Ansa
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Suor Geneviève Jeanningros è nella casa delle Piccole Suore del Gesù. Il suo sorriso pieno di vita è accompagnato da due piccoli occhi azzurri. Il velo blu a incorniciarle il volto. Ieri era al cospetto della salma di Papa Francesco. Le lacrime le scendevano lungo il viso mentre salutava un suo caro amico. Ora è seduta su una sedia nel cortile del  quartiere Tuscolano mentre ricorda la sua amicizia con il Papa.

“Domenica ero alla messa di Pasqua. Ho visto Papa Francesco sfilare sulla papamobile ed ero così contenta. Pensavo che finalmente avrebbe ricominciato. Poi lunedì ho ricevuto la triste notizia. All’inizio non pensavo fosse vero, tornavo a casa dalla messa e mi squillava il telefono. Ho visto le notifiche ma non ci credevo, poi ho visto il telegiornale”.

Quando ha incontrato Bergoglio la prima volta e come è nata la vostra amicizia?

“È nata in Argentina, mia zia era suora ed è morta come desaparecido durante la dittatura. Lo abbiamo saputo solo nel 2005. Ero in Francia e mi recai a Buenos Aires per la tumulazione. La cattedrale davanti Plaza de Mayo era piena di gente. Ma mancava la presenza della Chiesa. Quel giorno piansi molto. Poi mi arrabbiai, non era possibile che gli esponenti della Chiesa non fossero presenti. Fu a quel punto che scrissi a Bergoglio, allora cardinale di Buenos Aires”.

Cosa gli scrisse?

“Urlai la mia rabbia perché sentivo che una parte della Chiesa era legata alla dittatura. E non mi apparteneva. Sentivo che non potevo tenermelo dentro. Così gli scrissi facendogli notare questa mancanza, aggiunsi anche il mio numero di telefono. Mi chiamò. Mi disse che non era indifferente a quanto accaduto. Non mi bastava. Ci fu un minuto di silenzio, poi mi ringraziò”.

La prima apparizione pubblica dopo l'elezione di Papa Francesco.
La prima apparizione pubblica dopo l'elezione di Papa Francesco.

E poi cosa è successo?

“Passarono anni. Nel 2013 ero a San Pietro quando venne eletto il nuovo Papa. Sentii pronunciare il nome: Bergoglio. Non credevo alle mie orecchie. Un mese dopo, il 20 aprile, fui invitata a partecipare alla messa a Santa Marta. Gli era arrivata la prefazione che avevo scritto per un libro. Quel giorno mi abbracciò forte. Erano passati otto anni, ma si ricordava di me. Ascoltai tutti i suoi discorsi, e quando disse che voleva una Chiesa povera per i poveri, piansi davvero tanto. Era la direzione che speravo prendesse”.

Ha vissuto a lungo all’interno del Luna Park di Ostia e il Papa venne a trovarvi due volte, può raccontarmi quel momento?

“Facevo parte della pastorale dei circhi e dei circensi. Ogni settimana andavamo agli incontri con il Papa. Poi un giorno fu lui a venire da noi. Ricordo che venne a fare visita alla chiesa accanto al luna park. Gli dissi scherzando che bastava attraversare la strada e sarebbe potuto passare da noi. Lo fece davvero. La sua macchina arrivò davanti all’ingresso e si fermò. Dietro di lui iniziarono a suonare. Poi scese dall’auto. Le persone uscirono dalle macchine per avvicinarlo. Chi mai poteva aspettarselo? Il Papa al nostro luna park. L’avevamo addobbato a festa. C’erano i bambini e i circensi. Quel momento è stato così bello che l’atmosfera è diventata surreale".

Immagine

Lei ha portato dal Papa molte persone escluse, che spesso non riescono a partecipare alla vita della Chiesa. 

“Tutto è iniziato durante il Covid. E dalla comunità transgender di Torvajanica. In quel periodo non c’erano soldi e l’impegno del parroco don Andrea Conocchia fu davvero importante. Il Papa diede un grande aiuto economico a quelle persone. Poi iniziarono gli incontri alle udienze del mercoledì. E vennero accolti tutti. Ricordo che una volta una ragazza argentina portò le empanadas al Pontefice. Lui disse subito che le avrebbe mangiate a cena. Amava così tanto le persone. Un giorno parlò così: sono contento quando suor Geneviève viene alle udienze perché mi porta tante persone che non riuscirei mai a incontrare. Lì ho capito che dovevo continuare e allora ogni mercoledì io e don Andrea portavamo la comunità LGBTQ da Papa Francesco".

Come spera che sarà il nuovo Pontefice?

“Spero ci sia un altro Bergoglio”.

618 CONDIVISIONI
170 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views