Sullo scontrino 50 centesimi in più per il taglio della pizza: “Pagato anche un euro per ogni cartone”
Cinquanta centesimi per tagliare una pizza e un euro per il cartone con cui portarla a casa. Sono gli importi segnati su uno scontrino ricevuto e pubblicato sui social dallo scrittore trentino Sergio Paoli.
"Pizzeria in Valsugana. Due euro per tagliare (male) quattro pizze e quattro euro per l'imballaggio", si legge nel post condiviso sulla pagina "Il trentaquattresimo trentino", gestita dal sessantenne.
La foto ha scatenato la polemica social e la notizia è arrivata anche sulle pagine del quotidiano britannico DailyMail. Come è stato ricostruito dal Corriere del Trentino, pochi giorni fa, nella serata di domenica 20 ottobre, Paoli si era recato insieme ai familiari da “Rosy’s pub e pizzeria” a Scurelle, in provincia di Trento.
Dopo aver ordinato quattro pizze e aver ricevuto lo scontrino, il sessantenne ha detto di aver "notato immediatamente una differenza tra quanto pagato e ciò che avrei dovuto in base al menù esposto. Ho analizzato lo scontrino e ho scoperto il busillis: risultava per quattro volte, cioè il numero delle pizze acquistate, la dicitura “tagliata” per un costo di 50 centesimi cadauna. A questi si aggiungevano 4 euro totali per i cartoni d’asporto", ha raccontato al quotidiano.
Nel post pubblicato da Paoli con la foto dello scontrino e della pizza tagliata si legge ancora: "Ho cronometrato il tempo che ci s’impiega a tagliare una pizza e ho verificato che, se la rotella è affilata, si riescono a fare due tagli a croce in due/tre secondi. In un minuto quindi si riescono a tagliare oltre venti pizze, per un totale di 1200 all’ora".
"Lavorando sei ore al giorno, per sei giorni alla settimana e 50 settimane annualmente, è possibile tagliare più di due milioni di pizze, incassando così più di un milione di euro. Se si aggiunge che per ogni pizza si chiede un euro per il cartone, c’è anche la possibilità di incassare un altro milione. L’attività più pagata al mondo potrebbe essere quella di tagliatore di pizze d’asporto", conclude ironicamente lo scrittore.
La replica del titolare della pizzeria è arrivata dalla pagina del giornale online trentino Il T, che ha raccolto una sua dichiarazione: "Noi non siamo una pizzeria al taglio, quindi è un servizio che viene fatto pagare. E questo vale anche per i cartoni: sono una spesa che devo affrontare anch’io, quindi sono un servizio a carico del cliente".