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Opinioni

Sulle baby-squillo la politica è d’accordo: è tutta colpa delle ragazze

Se delle ragazze di 15 anni si prostituiscono di chi è la colpa? Come sempre accade di fronte ai grandi scandali legati al sesso la moralina all’italiana di stampo fascista prevale. Mauro Floriani, marito di Alessandra Mussolini fa sesso a pagamento con una ragazza dell’età della figlia, ma l’importante è far dimenticare. E, soprattutto, dare la colpa alle prostitute.
A cura di Sabina Ambrogi
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Un giro di professionisti benestanti sono i clienti di due ragazze di 15 anni – dette dai media “baby squillo” – che si prostituivano ai Parioli, quartiere ultra lusso della capitale. Tra questi anche Mauro Floriani, marito di Alessandra Mussolini. Il “core business” di questo traffico a conduzione familiare gestito da Mirko Leni, a quanto si apprende dalla cronaca di questi ultimi giorni, sembra essere stato proprio la consapevolezza da parte dei clienti circa la minore età delle prostitute. Cioè andavano con loro precisamente perché minorenni e non perché lo ignorassero, come vuole la comune linea difensiva degli imputati. Una consapevolezza che, se confermata, getta una luce ancora più disgustosa su questa tipologia di clienti. Quando emerse, la vicenda fece scalpore: si trattava di due giovanissime che avevano adottato quella malinconica strategia di vendita di se stesse per comprarsi oggetti di abbigliamento e fare una vita migliore. Una di loro – ancora peggio – si prostituiva perché sollecitata dalla madre in difficoltà economiche.

Ma se la vicenda ha scosso l'opinione pubblica, la politica comincia a intervenire solo da quando è coinvolto il marito di Alessandra Mussolini. La senatrice è stata spesso – ingiustamente – messa al centro dei fatti manco fosse lei la colpevole. Tuttavia è pure difficile mantenere una posizione compassionevole: Alessandra Mussolini, con la violenza verbale che conosciamo, ha sempre molto giudicato i costumi sessuali altrui, salvaguardando vistosamente quelli indifendibili e legati alla prostituzione dell'ex premier. Una spudoratezza che l'ha sempre resa più pittoresca che credibile. Ma la parte più interessante delle reazioni è che in fondo la colpa sembra essere proprio di queste ragazzine. Che però non si capisce per quale ragione non dovrebbero prostituirsi visto che il loro universo valoriale ricalca perfettamente quello proposto dal ventennio berlusconiano.

Ancora più patetica è la morale che si vuole ricomporre attorno al falso valore della famiglia. Così lo story telling di Alessandra Mussolini ha avuto finora due fasi. La prima: lei è distrutta. Risponde a una giornalista del Messaggero con un filo di voce, dice che la sua vita è rovinata e caccia il marito di casa. I camerati, compagni di ideologie e di lotte si schierano a favore del silenzio. Storace, lui che ne aveva dette un sacco e una sporta contro Piero Marrazzo che va a trans, invita i media a lasciar perdere Alessandra. Il Giornale, che aveva distrutto Dino Boffo, direttore dell'Avvenire “accusandolo” di essere omosessuale e stalker, lascia un messaggio sulla bacheca Facebook del quotidiano dicendo che Alessandra Mussolini va rispettata. Tutti riportano il dettaglio che la zia Sofia Loren le è molto vicina e che la chiama tutti i giorni. Tutti siamo nel film di Alessandra.

Fase due: è quella su cui si basa la politica da sempre, cioè quella dell'oblio. Avete saputo? Bene ora dimenticatevene. Donna Assunta Almirante, sempre interpellata sulla qualità dei valori italiani, dà indicazioni pubbliche su cosa fare: perdonare e fare finta di niente. E poco importa se tuo marito se la fa con delle ragazzine dell'età dei tuoi figli. Ecco che Alessandra Mussolini si fa vedere a messa col marito, Dio del resto perdona anche lui, e oggi la rivista Chi pubblica il loro week end insieme. Si deve proprio essere trattato di una scappatella.

Massimo Corsaro deputato di Fratelli d'Italia (ex PDL), straordinariamente rappresentativo della moralina all'italiana in un tweet dice la sua: “Adesso per favore risparmiateci i racconti “sofferti” delle baby squillo. Mignotte consapevoli e spontanee: giovanissime ma sempre mignotte”. Poi, poiché la reazione dai social è stata piuttosto virulenta, segue replica sul suo sito e ribadisce che le ragazze erano perfettamente coscienti. Soprattutto, seguita nel rendere impersonale il tutto. E si perde in un'analisi dei fatti. Le ragazze si prostituiscono a causa di: "un lungo percorso di abbattimenti di valori, di regole, di gerarchia di rapporti. Avere annullato l’autorità genitoriale per cui ogni divieto diventa un sopruso; aver spaventato gli insegnanti al punto da indurli a rinunciare a redarguire gli allievi; aver fatto prevalere il pensiero che tutto sia dovuto e che la vita sia sempre e solo la rivendicazione di diritti anche quando questi si tramutano in capricci; aver cancellato il senso del sacrificio come prodromico al raggiungimento di qualsiasi obiettivo".

Proprio si rammarica che manchino ordine e disciplina per la società mentre lui esiste e fonda la sua carriera sul solo sistema che suggerisce a delle ragazzine di vendersi. Anche ai tempi di Ruby, il tema più venduto era: perché mai un uomo di settant'anni si doveva sottrarre a una prostituta? E quindi era tutto un pubblicare immagini di Ruby non certo vista come ragazzina, ma prostituta. E del resto lo era. E siccome era pure marocchina, figurarsi se era il caso di porsi il problema dell'età.

Uguale alla visione del fascista è quella di una dirigente del Pd, Patrizia Prestipino, docente liceale, ex assessore allo sport alla provincia di Roma, ex candidata sindaco a Roma, e sempre autodefinitasi renziana “della prima ora”. Nella sua bacheca scrive: “Certo che tra baby squillo e corriere di cocaina la new generation al femminile sta facendo (s)parlare di sé! Che amarezza queste giovani allo sbando morale. Meno male che di ragazze sane e belle dentro e fuori ne conosco tante". Praticamente ci sono delle cattive ragazze di 15 anni paragonabili a una rapace adulta, invischiata in un traffico di cocaina. Il tutto nel medesimo mucchio. Una adulta infantile che se la prende con ragazzine rese adulte per forza, e dopo aver diviso i buoni dai cattivi. Ancora una volta poi prevale un universo impersonale dove nessuno è mai responsabile. O meglio, sì, un colpevole c'è.

Indimenticabile è il video del Comune di Roma pubblicato dall'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno che di notte, con la sua moto andava in cerca di prostitute identificate come la piaga della città, mentre distribuiva depliant (pagati con soldi pubblici) contro la violenza alle donne, invitandole ad acquistare un kit anti violenza, da un privato. Ma che ci sta a fare la politica se è sempre colpa delle puttane?

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Autrice televisiva, saggista, traduttrice. In Italia, oltre a Fanpage.it, collabora con Espresso.it. e Micromega.it. In Francia, per il portale francese Rue89.com e TV5 Monde. Esperta di media, comunicazione politica e rappresentazione di genere all'interno dei media, è stata consigliera di comunicazione di Emma Bonino quando era ministra delle politiche comunitarie. In particolare, per Red Tv ha ideato, scritto e condotto “Women in Red” 13 puntate sulle donne nei media. Per Donzelli editore ha pubblicato il saggio “Mamma” e per Rizzoli ha curato le voci della canzone napoletana per Il Grande Dizionario della canzone italiana. E' una delle autrici del programma tv "Splendor suoni e visioni" su Iris- Mediaset.
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