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Sul motorino rubato cade e perde un piede, chiede 400mila euro al derubato: “Doveva impedire il furto”

L’uomo sosteneva che il padrone dello scooter non avesse impedito il furto del mezzo di cui lui non era a conoscenza ma il Tribunale di Lucca ha rigettato le sue richieste imponendogli di pagare le spese processuali.
A cura di Antonio Palma
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Vittima di un grave incidente stradale mentre era su un motorino rubato pochi giorni prima, un uomo ha chiesto un risarcimento danni da oltre 400mila euro al legittimo proprietario del mezzo. È accaduto a Lucca dove il caso è finito in Tribunale dove il ferito ha chiamato in giudizio il derubato, l’assicurazione del motociclo e il Fondo di Garanzia Vittime della Strada della Regione, chiedendo danni quantificati in 430mila euro.

A rendere la vicenda ancora più singolare è la motivazione della richiesta che, come ricostruisce il Tirreno, sosteneva che il padrone dello scooter non avesse impedito il furto del mezzo di cui lui non era a conoscenza al momento dei fatti. Una richiesta che però è stata ora rigettata dal giudice che, al contrario, ha imposto al ferito il pagamento di tutte le spese processuali anche delle controparti chiamate in causa.

I fatti oggetto del procedimento giudiziario risalgono all’estate del 2021 quando il motorino, rubato e guidato da un altro uomo, fini per schiantarsi contro un muretto dopo aver sbandato. L’uomo che viaggiava dietro rimase ferito seriamente e portato in ospedale a Firenze. Nonostante i tentavi dei medici, purtroppo per lui fu necessaria l’amputazione del piede, irreversibilmente lesionato nell’incidente.

Dopo l’operazione chirurgica e le cure del caso, l’uomo ha deciso di richiedere un risarcimento e chiamare in giudizio anche il proprietario dello scooter sostenendo che non era stato abbastanza diligente nel proteggere il mezzo dal furto. Una richiesta che il Tibunale ha rigettato sottolinenando che la denuncia era stata regolarmente presentata diversi giorni prima dello schianto.

Non solo, al momento del sinistro il ciclomotore era privo della targa e delle chiavi di accensione. Indizi che, secondo il giudice, fanno ritenere che il ferito non potesse non sapere della circolazione illegale del mezzo.

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