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Suicida a 15 anni a Senigallia, i funerali dell’adolescente: “La vita è fragile, è necessaria l’empatia”

Si sono tenuti nel pomeriggio di oggi, giovedì 17 ottobre, i funerali del 15enne vittima di bullismo che a Senigallia si è tolto la vita con la pistola di ordinanza del padre. Il ragazzo aveva raccontato alla mamma del bullismo subito tra i banchi di scuola.
A cura di Gabriella Mazzeo
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"La vita è bella e una via d'uscita dai nostri problemi c'è sempre". A lanciare questo messaggio durante l'omelia per i funerali del 15enne vittima di bullismo che si è tolto la vita con la pistola d'ordinanza del padre. Il parroco di Montignano (Senigallia), ha sottolineato che una via d'uscita dai problemi "c'è sempre" e che questo è il momento di "ascoltare e farci comprendere" nell'ottica di essere "accoglienti ed empatici" nei confronti degli altri.

"Più avanti – ha sottolineato il parroco – potremmo fare luce sulle circostanze concrete delle sofferenze e della sua morte, ma ora dobbiamo far fiorire in noi un nuovo senso di responsabilità che possa aiutarci nella difficile missione di ascoltare e di farci comprendere. Dobbiamo essere accoglienti, avere rispetto, empatia, sensibilità e tenerezza. La vita è anche fragile e va maneggiata con cura".

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Il riferimento del parroco va agli episodi di bullismo che il 15enne aveva subìto a scuolaprima di impugnare la pistola di ordinanza del padre. L'adolescente aveva parlato di quanto subiva anche alla mamma che, secondo quanto finora reso noto ,aveva fatto i nomi dei bulli anche alla preside della scuola del 15enne.

Mentre il Ministro Valditara chiede "ulteriori approfondimenti" sul suicidio del giovane, continuano le indagini per capire cosa sia accaduto tra i corridoi dell'istituto scolastico. Il Ministro dell'Istruzione del Medico avrebbe chiamato la dirigente dell'Ufficio Scolastico Regionale delle Marche per chiedere accertamenti sul caso. L'episodio sarà oggetto di verifiche da parte del MIUR anche alla luce delle dichiarazioni rese dai genitori del 15enne e delle testimonianze pubblicate sui giornale da parte di alcuni studenti e di amici del 15enne.

“La scuola deve essere prima di tutto una comunità umana ed educante – ha affermato il ministro Valditara – in cui il ruolo del docente non si limita alla trasmissione dei saperi, ma si estende alla costruzione di rapporti improntati all'ascolto, all’accoglienza, al rispetto reciproco e alla capacità di suscitare entusiasmo, serenità, e interesse tra gli studenti". Fondamentale, secondo il ministro, anche che la scuola educhi i suoi studenti alla "responsabilità individuale", intervenendo in presenza di comportamenti improntati alla violenza, alla prepotenza e al bullismo.

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