Sui ghiacciai del Monte Bianco a 3500 metri, turisti e alpinisti: “Non abbiamo paura”
La salita dalla funivia Skyway, inaugurata appena 4 anni fa, è rapida e silenziosa, c'è musica pop di sottofondo. La cabina ondeggia sensibilmente quando cambia pilone, ma è un passaggio morbido e poi c'è il panorama, che mozza il fiato.
Da sotto è tutto verdeggiante, il sole fa sentire l'afa, ma una volta arrivati su a 3500 metri il clima e le sensazioni sono tutte diverse: l'aria è talmente cristallina che ti fa sentire la testa leggera.
Poi ci sono loro, le principesse d'Europa, da quassù si vedono il massiccio del Monte Bianco con il suo Dente del Gigante, il Cervino, il Monte Rosa e molte altre.
"Quello che è successo sulla Marmolada è un peccato – racconta Roberto, uno dei molti turisti venuti a visitare l'alta montagna per vedere il panorama – ma non abbiamo paura, basta seguire le regole e non fare niente di rischioso.
"Non ho paura – spiega Rita, qui con suo marito – e infatti dopo andremo a farci una passeggiata sul ghiacciaio". Serena e Aurora vengono da Macugnaga, in Val d'Ossola, e sono appassionate di montagna fin da bambine: "Noi siamo cresciute in montagna – spiegano – sappiamo che è bella ma pericolosa".
Ci sono molti turisti di varie nazionalità, come Thomas e Tatiana, lui inglese e lei ucraina, che sono qui con Simon, la loro guida inglese che vive da 15 anni a Chamonix, dalla parte francese del Mont Blanc, come lo chiamano lì.
"Io non ho paura di crolli del ghiacciaio – spiega Thomas – sono tranquillo perché con noi c'è la nostra guida Simon"; Tatiana invece ha paura, è la sua prima volta su ghiacciaio, ma Simon la guida alpina è molto rassicurante: "Oggi il tempo è buono e il ghiacciaio anche, il nostro compito di guide è quello di capire cosa fare nel modo più sicuro".
Anche Louis, 50enne francese, è qui per una traversata impegnativa con i suoi tre figli, tutti maschi tra i 20 e i 30. Sono accompagnati da una guida francese: "Siamo qui – racconta – perché ci siamo regalati questa esperienza magnifica e vogliamo raggiungere il rifugio Cosmique. Non ho paura, sono solo nervoso e eccitato".
Mauro Cappelli, istruttore nazionale di scialpinismo, è venuto da Forlì: "Sappiamo che la montagna è pericolosa – spiega – ma noi veniamo in montagna per vivere una passione che arricchisce le nostre vite, non veniamo certo con l'intenzione di morire, ma anche venire preparati non mette al riparo al 100% da quello che può succedere".
"La montagna è sempre stata così – racconta Armando Chanoine, anche lui guida e gestore del rifugio Torino al 3375 metri sul livello del mare – ci sono stati dei crolli, ci sono dei seracchi che ci preoccupano: possiamo prendere tutte le giuste precauzioni, fare il massimo per essere in sicurezza, ma la montagna è così e questa è secondo me una cosa con la quale dobbiamo convivere".
"Della montagna dobbiamo avere un certo timore – dice Alex Campedelli, presidente delle Guide Alpine di Courmayeur – e c'è una differenza tra il fare passeggiate e fare alpinismo. Io faccio parte anche del soccorso alpino e spesso ci è capitato di dover assistere a incidenti dovuti all'improvvisazione. Non ci si improvvisa alpinisti".
Le polemiche e i ragionamenti intorno alla costituzione di regole più severe per l'accesso in montagna hanno raggiunto anche Courmayeur: "Sono contrario all'ipotesi di chiusure – spiega Enrico Cuc, presidente dei Maestri di Sci della Valle d'Aosta – sono contrario a paletti scritti a tavolino, chi vive in montagna sa di cosa sto parlando. Non esiste".