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Su Twitter Ingroia attacca Bersani sugli F-35: è polemica

Il leader di Rivoluzione Civile attacca Bersani sul social network, accusandolo di opportunismo da propaganda sugli F-35. Risponde una candidata del Pd, accusando a sua volta L’Idv di aver votato contro riduzione di spese militari.
A cura di Andrea Parrella
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Antonio Ingroia presenta la lista di Rivoluzione Civile

Basta uno scambio su Twitter per rimettere in piedi l'oramai annosa questione degli F-35, base di discussione elettorale più di quanto possano esserlo la questione fiscale, la spesa pubblica, la legge elettorale e quant'altro. E a prenderne parte, anzi a dare vita al battibecco, è il leader di Rivoluzione Civile, Antonio Ingroia, che ieri ha cinguettato polemico sull'affermazione di Pierluigi Bersani in merito alla famosa questione dei caccia di avanzata teconologia, che tuttavia hanno mostrato, negli utlimi giorni, di essere vulnerabili all'eventuale presenza di fulmini:

Bisogna assolutamente rivedere e limitare le spese militari degli F35 perché le nostre priorità sono altre. La nostra priorità non sono i caccia ma il lavoro

Ingroia ha colto occasione per muovere al leader Pd l'accusa di non aver fatto nulla per opporsi a questa spesa di circa 15 miliardi di euro che, oggi più che mai, si ritiene assurda e sproporzionata in relazione allo stato di acuta spending review al quale è soggetto il paese. Parlando di un sostanziale opportunismo propagandistico di Bersani, Ingroia si è trovato pronta risposta da parte di Tania Ruffa, candidata Pd in Calabria, che risponde in merito alla proposta parlamentare, da parte del Pd, di una riduzione delle spese militari e dunque un ridimensionamento, nello specifico, del numero di caccia per cui stanziare risorse, che riceve immediata risposta da parte di Ingroia:

Da qui l'intervento di chi ha appoggiato l'una o l'altra parte. Va detto che la questione resta di differente valutazione da parte delle due forze, in quanto Ingroia si riferisce ad un esplicito blocco dell'acquisto di F-35 e delle spese militari relative che, come sappiamo, non è mai stato preso realmente in considerazione dal parlamento per via di un accordo pregresso che avrebbe condizionato l'Italia, in caso di passo indietro, ad una penale di importi tutt'altro che trascurabili. Il Pd ha realmente presentato modifiche e riduzioni della spesa iniziale, effettivamente approvate, come ieri ha sottolineato Rosa Calipari, vice presidente dei Deputati del Pd, rispondendo anche ad Antonio Di Pietro:

Caro Di Pietro, non puoi far finta di non sapere che non abbiamo mai votato a favore dell'acquisto degli F35. Ad oggi non c'è nessun contratto ed anzi le nuove regole che abbiamo introdotto in materia di armamenti consentiranno per la prima volta al parlamento di poter bloccare un progetto di acquisto di un sistema d'arma non condiviso. Dunque, faresti meglio a riconoscere al segretario Bersani il merito di parlar chiaro su una vicenda che molti tentano di nascondere sotto il tappeto.

La questione potrebbe facilmente sintetizzarsi in uno dei tweet di risposta da parte della Ruffa, laconico ma indicativo:

E' evidente che un po' di chiarezza, sulla facoltà o meno dell'Italia di avere libera scelta in questa vicenda e non essere condizionata imprescindibilmente da accordi internazionali, vada fatta. Questo al fine quantomeno di legittimare o delegittimare l'utilizzo a fini propagandistici, sano o distorto, di una spesa così rilevante da parte dei candidati.

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