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Stupro di Palermo, la vittima ascoltata in aula: “Non ho mai detto che era stato bellissimo”

A un anno di distanza dalla notte in cui è avvenuto lo stupro di gruppo al Foro Italico di Palermo, la vittima 19enne ha ripercorso in aula le violenze per la quarta volta. La ragazza, assistita dall’avvocata Carla Garofalo, ha negato di aver detto che il rapporto non consensuale avuto con i 7 ragazzi era stato ‘bellissimo’. Il processo riprenderà il 9 settembre.
A cura di Eleonora Panseri
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A un anno di distanza dalla notte in cui è avvenuto lo stupro di gruppo al Foro Italico di Palermo, la vittima 19enne ha ripercorso in aula le violenze per la quarta volta. La ragazza, assistita dall'avvocata Carla Garofalo, è stata sentita davanti al collegio della seconda sezione del tribunale di Palermo, presieduto da Roberto Murgia.

La vittima, come indicato dal giudice, ieri, venerdì 5 luglio, ha risposto soltanto sulle domande riguardanti una telefonata e alcuni messaggi che sarebbero stati inviati dal suo telefono la notte della violenza. Prima di lei, è stata sentita un'altra persona con cui la giovane sarebbe stata in contatto nel lasso di tempo in cui era nel cantiere abbandonato con i sette ragazzi accusati di averla violentata.

Il processo si sta celebrando con rito abbreviato condizionato dall'esame della vittima e del teste sentito. Gli imputati sono sei, il settimo ragazzo, l'unico minorenne al momento del fatto, è già stato condannato con rito abbreviato a 8 anni e 8 mesi dal Tribunale per i minorenni. Tutti sono accusati di violenza sessuale aggravata. Per il resto, si procede con le regole procedurali di un normale rito.

Cosa ha detto in aula la vittima della violenza

La 19enne ha negato di aver mai avuto una relazione sessuale col datore di lavoro dell'ex fidanzato e di avergli parlato della violenza subita definendola "un bellissimo rapporto". La giovane, chiamata a deporre su alcuni aspetti della vicenda dai legali degli indagati, che avevano subordinato all'ammissione dell'esame la richiesta di abbreviato, è comparsa davanti ai giudici di Palermo.

In aula, dunque, ha smentito sia di aver avuto un rapporto col datore di lavoro del suo ex, sia di avergli detto la frase da lui riferita: "È stato bellissimo farlo con sette persone". Il processo è stato rinviato al 9 settembre per l'esame dei sei imputati, compreso il maggiore del branco che filmò la violenza col telefonino.

La testimonianza dell'altro teste

Si è invece rivelata irrilevante la testimonianza del ragazzo che avrebbe chiamato, attorno all'una di notte, il cellulare della 19enne violentata dai 7 giovani al Foro Italico. Il teste, che avrebbe contattato la vittima pochi minuti dopo il suo arrivo sul luogo della violenza insieme al branco, è stato citato dai legali degli indagati, tutti detenuti.

I difensori, chiedendo l'esame del ragazzo, volevano accertare se la 19enne gli avesse chiesto aiuto al telefono nei momenti drammatici dello stupro. Ma il teste ha negato di averla sentita, sostenendo che il suo cellulare era usato all'epoca dei fatti anche dal cugino e da un altro familiare.

Lo stesso discorso è stato fatto per i messaggi che la vittima gli avrebbe mandato intorno alle 2, dopo lo stupro, dicendogli "non posso più", frase che avrebbe significato l'impossibilità di incontrarlo. L'esame del testimone, che non ha dato un contributo decisivo alla difesa, era condizione posta dai legali per la richiesta del rito abbreviato. Il ragazzo ha anche detto di non conoscere la 19enne che, invece, sentita poi dai giudici, ha sostenuto di averlo incontrato più volte.

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