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Stupro di gruppo a Lignano, pm archivia le accuse: “Ragazza era consenziente: nei cellulari le prove”

Nessuna violenza sessuale ma un rapporto sessuale consenziente. Con questa motivazione la procura di Udine vuole archiviare le accuse nei confronti del gruppo di ragazzi indagati per aver stuprato una 18enne a Lignano.
A cura di Chiara Ammendola
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Nessuno stupro ma un rapporto sessuale avuto col consenso della ragazza. Con questa motivazione il pm ha chiesto l'archiviazione delle accuse nei confronti del "branco" indagato per violenza sessuale di gruppo dopo la denuncia presentata alle forze dell'ordine da parte di una 18enne che aveva raccontato di essere stata stuprata in un appartamento di Lignano Sabbiadoro la scorsa estate.

Secondo la procura di Udine che ha portato avanti le indagini in questi lunghi mesi nei cellulari dei ragazzi indagati, cinque giovani, tra cui un minorenne di 17 anni e gli altri di età compresa tra i 18 e i 21 anni, ci sarebbero messaggi, ma soprattutto video che proverebbe che la ragazza sarebbe stata consenziente. Da qui la richiesta avanzata dal pm al gip di archiviare ogni tipo di accusa nei confronti del gruppo. Richiesta alla quale si è opposta la parte offesa chiedendo alla Procura nuove indagini e soprattutto la riapertura del caso. Il giudice per le indagini preliminari si è riservato sulla decisione.

La vicenda si è consumata il pomeriggio dell'11 agosto della scorsa estate quando la vittima, come da lei riportato alle forze dell'ordine, è stata invitata da uno dei ragazzi del gruppo, incontrato sul lungomare di Lignnao, in un appartamento poco distante. Lei si è fidata e li ha seguiti ma una volta varcata la soglia di casa il branco l'ha aggredita e costretta a un rapporto sessuale.

Dinanzi a questo racconto il padre ha anche provato ad affrontare i ragazzi che si trovavano ancora nell'appartamento. “Sono partito come un missile verso quell’appartamento – aveva racconto in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera – ho bussato, ho suonato. Niente. E allora ho sfondato la porta a spallate. Volevo vederli in faccia. Uno a uno. Si sono chiusi a chiave in una stanza. Li sentivo piagnucolare… Conigli. Poi hanno gridato aiuto, sì, pazzesco, loro chiedevano di essere aiutati dopo quello che avevano fatto a mia figlia”.

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