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Stupro di Firenze: “Ecco cosa ci ha rivelato il DNA sugli indumenti”, parla la genetista Marina Baldi

Lo scorso settembre due turiste americane hanno accusato i carabinieri Pietro Costa e Marco Camuffo di averle stuprate nel loro appartamento di Firenze. Parla la genetista che ha esaminato gli indumenti delle ragazze: “Ecco cosa ci ha rivelato il DNA”.
A cura di Angela Marino
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Marina Baldi, genetista forense
Marina Baldi, genetista forense

"Gli esami condotti sui reperti in nostro possesso ci hanno rivelato ciò che sin dall'inizio accusa e difesa avevano dichiarato: ci sono stati rapporti sessuali tra le turiste e i due carabinieri accusati di stupro". È la prima verità scientifica che emerge nel caso del duplice stupro di Firenze che lo scorso settembre ha riempito le prime pagine dei quotidiani e che è ancora al centro del dibattito sui crimini sessuali.

A parlare a Fanpage.it. è la dottoressa Marina Baldi, già consulente tecnico o perito in numerosi procedimenti giudiziari saliti alla ribalta nazionale come quello di Melania Rea e oggi nominata consulente genetista del caso fiorentino dal giudice Mario Profeta. Secondo quanto messo nero su bianco nella relazione della genetista forense, i fatti sarebbero andati proprio come testimoniato dai quattro protagonisti del caso: i carabinieri Pietro Costa e Marco Camuffo e le due giovani presunte vittime. "Sui campioni raccolti in ospedale e sugli indumenti delle ragazze abbiamo trovato ciò che ci aspettavamo, il DNA dei due accusati" dice la dottoressa Baldi. "Tutto coincide con quanto raccolto in sede di incidente probatorio, tuttavia – spiega – il nodo della questione è un altro: vi  è stata o no violenza?".

Come da loro stesso ammesso, infatti, i due militari dell'Arma prelevarono le due ragazze da una discoteca fiorentina nella quale erano intervenuti per una lite e le riaccompagnarono al loro appartamento, durante l'orario di servizio e senza avvertire la centrale. "I due militari hanno ammesso la scorrettezza di questo comportamento – dice la responsabile della sezione di genetica forense del Laboratorio ‘Genoma' di Roma – e hanno ammesso di aver avuto con le giovani rapporti sessuali, ma negano di aver usato violenza". Resta da dirimere la questione centrale in ogni caso di stupro: vi fu consenso?. "Una risposta in tal senso – precisa Marina Baldi – arriverà dai test tossicologici a cui sono state sottoposte la ragazze". "Se dovesse emergere che erano incapaci di difendersi perché oltre il limite massimo di sopportazione, in quel caso avremmo una risposta alla nostra domanda".

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