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Stupratore latitante, lo Stato risarcisce la vittima

Sentenza storica a Torino: se lo stupratore latita, lo Stato provvede al risarcimento. Finora gli indennizzi erano garantiti solo a fasce limitate, il procuratore Fulvio Rossi: “Una vittoria importantissima”.
A cura di Carmine Della Pia
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Le vittime di violenza sessuale saranno risarcite dallo Stato se lo stupratore si sottrae alla giustizia. Il caso di una ragazza romena, studentessa universitaria a Torino, sancisce un precedente storico per le vittime di abusi. Se qualche giorno fa aveva fatto scalpore la decisione di condannare il branco responsabile di violenze sessuali a misure cautelari alternative al carcere, la notizia odierna rappresenta uno spiraglio di giustizia per le numerose vittime: se il violentatore è latitante, è lo Stato a provvedere al risarcimento. L’Italia e la Grecia sono gli unici due paesi a non aver aderito alla direttiva Ue del 2004, e finora il risarcimento era garantito solo a determinate categorie: le vittime del terrorismo, della mafia, della criminalità organizzata, dell'usura, quelle del disastro di Ustica, e della banda della Uno bianca.

Lo Stato risarcisce le vittime degli abusi – La studentessa universitaria di origini romene aveva trascorso una notte di terrore nel 2005, quando due connazionali la sequestrarono, picchiandola e violentandola. I due malviventi erano stati condannati a 10 anni e 6 mesi di galera, ma si erano dati alla latitanza. La vittima, per nulla scoraggiata, ha portato avanti la sua lunga battaglia con l’avvocato Marco Bona e lo studio legale Ambrosio e Commodo. Il legale si è appellato ad una norma europea: “E' lo stato che deve risarcire, con un indennizzo equo ed adeguato, la vittima di un reato violento (o i suoi familiari) nel caso in cui il responsabile sia rimasto sconosciuto, o si sia sottratto alla giustizia, o non abbia risorse economiche sufficienti”. L’Italia è così condannata a pagare alla studentessa 50 mila euro come risarcimento della violenza subìta. Il procuratore generale Fulvio Rossi si è da poco dimesso dalla magistratura, ma aveva preso a cuore il caso della giovane: “E' una vittoria importantissima, spesso le vittime non hanno coraggio o mezzi per difendere i propri diritti che sono tutelati più dall'Europa che dall'Italia, dove vige ancora una vecchia cultura penalista che ignora la tutela della persona offesa concentrandosi sulle garanzie dell'imputato".

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