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Stuprata e uccisa a 9 anni mentre torna a scuola a piedi: la storia della piccola Ebony

Un pomeriggio d’estate, mentre torna a casa a piedi dalla fermata dello scuolabus, la piccola Ebony Simpson sparisce. Il suo corpo verrà ritrovato poche ore dopo in una diga: è stata stuprata. A Bargo, si apre la caccia all’orco.
A cura di Angela Marino
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Bargo è una piccola città a sud ovest di Sidney, nota per essere stata teatro del massacro nel 1816, quando i coloni fecero strage degli aborigeni locali per appropriarsi della loro terra. Secoli di pace e sviluppo ne hanno fatto una cittadina tranquilla e accogliente, fino a quando, nell'estate 1992, Bargo viene accostata nuovamente a un episodio di violenza, ma stavolta è tutto diverso.

Era il 19 agosto quando, nelle prime ore del pomeriggio, si diffonde la voce che Christine Simpson ha smarrito la figlia minore di 9 anni. Ebony doveva tornare dalle lezioni estive con lo scuolabus, suo fratello l'aspettava alla fermata per portarla a casa. Per un ritardo del pulmino, però, fratello e sorella non si sono incrociati. Lui è tornato a casa pensando di trovarvi la sorellina, lei è sparita. Una squadra di volontari e forze dell'ordine comincia le ricerche della piccola Ebony, mentre Christine e il marito chiamano amici e parenti, nella speranza che la piccola si sia trattenuta con qualcuno.

Solo poche ore dopo che l'allarme è stato dato la polizia bussa alla porta di casa Simpson. "L'abbiamo trovata", dice un agente, ma lo sguardo è spento e il tono di voce basso. Ebony è stata trovata cadavere in una diga, con la cartella piena di sassi. Non è stato un incidente. La notizia del ritrovamento scava un solco profondo nella comunità di Bargo, dove tutti credevano che i ragazzi fossero liberi di tornare a casa da scuola e invece a Bargo c'è qualcuno che preda i bambini. Qualcuno ha rapito Ebony, l'ha violentata e poi l'ha gettata in una diga, dove la bimba è annegata.

È stato un predatore, secondo gli inquirenti, un uomo tra i 30 e i 40 anni, presumibilmente, che aspettava il passaggio della piccola per aggredirla. Le testimonianze, in proposito, convergono su una misteriosa Mazda gialla parcheggiata sulla strada sterrata che dalla fermata porta a casa Simpson. L'auto, un veicolo singolare, viene identificata e il suo proprietario interrogato. Si tratta di Andrew Garforth, 29 anni, trasferitosi a Bargo alcuni mesi prima dall'Australia occidentale con la compagna e due figli.

Poche ore dopo, senza tradire alcuna emozione, Garforth ammette: "Sono stato io, l'ho afferrata e scaraventata nel bagagliaio della macchina". Tutto, nella ricostruzione dell'assassino di Ebony, è avvenuto nell'arco di pochi minuti, mentre il fratello della piccola tornava a casa e sua madre preparava il pranzo. Pochi istanti che hanno segnato la condanna di una famiglia.

Reo confesso, Garforth viene processato per l'omicidio della piccola Ebony e condannato al carcere a vita. L'uomo, che in prigione ha subito numerose aggressioni per la natura del crimine commesso, è sospettato anche dell'omicidio irrisolto della 19enne Felicia Marie Wilson. La giovane reginetta di bellezza è stata uccisa alla vigilia del suo matrimonio mentre tornava a casa dal lavoro. Il delitto è avvenuto nell'Australia occidentale, a 40 km a sud di Perth, dove Garforth abitava prima di trasferirsi a Bargo.

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Giornalista dal 2012, scrittrice. Per Fanpage.it mi occupo di cronaca nera nazionale. Ho lavorato al Corriere del Mezzogiorno e in alcuni quotidiani online occupandomi sempre di cronaca. Nel 2014, per Round Robin editore ho scritto il libro reportage sulle ecomafie, ‘C’era una volta il re Fiamma’.
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