Studio USA rivela: presto cani e gatti potranno “parlare” con gli umani
Quanti di noi, appassionati di cani e gatti, non hanno sognato almeno una volta di poter tradurre in parole i concetti che i nostri amici a quattro zampe esprimono abbaiando, miagolando o muovendo faccia e coda? Tutti, scommettiamo, vorremmo un giorno poter "conversare" con gli animali domestici, e questo sogno potrebbe tradursi in realtà: gli scienziati stanno studiando come tradurre le vocalizzazioni di cani e gatti e la loro mimetica in concetti comprensibili all’uomo.
Con Slobodchikoff, docente di biologia presso la Northern Arizona University e autore di “Chasing Doctor Dolittle: Learning the Language of Animals”, è uno degli scienziati che sta lavorando affinché la comunicazione animali-uomini possa migliorare. Decenni di ricerche sui cani della prateria, piccoli roditori tipici delle steppe americane, l'hanno convinto che la loro forma di comunicazione vocale non è altro che un linguaggio vero e proprio. Questi mammiferi utilizzano infatti particolari ululati per comunicare al resto del gruppo la presenza di un predatore: tali suoni variano a seconda del tipo di cacciatore e delle sue dimensioni. La combinazione dei loro richiami può, secondo lo scienziato, arrivare a indicare il colore di una persona vicina.
Slobodchinoff, con l’aiuto di un ingegnere informatico, ha sviluppato un algoritmo che cerca di tradurre queste vocalizzazioni in lingua inglese, ponendosi l’obiettivo di trasformare suoni di animali domestici, espressioni facciali e movimenti del corpo. Il lavoro è appena iniziato ed ovviamente non vi è nessuna certezza che si otterrà il risultato sperato. Lo scopo finale è quello di realizzare un dispositivo che sia capace di tradurre l’ululato di un cane o il miagolio di un gatto in un vero e proprio linguaggio, come per esempio: “voglio mangiare ora” o “voglio andare a fare una passeggiata”.