Studiare e lavorare allo stesso tempo, diritti e consigli di una “mission possibile”

Il tempo è la maggiore criticità per lo studente lavoratore, ma dalla sua parte ci sono esperienza, diritti ed autodisciplina.
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A cura di Redazione
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Studiare per poi poter trovare impiego e fare carriera, è questo il passaggio logico che siamo soliti fare fin da quando, giovani e ai primi anni di scuola, i nostri genitori ci indicano l’istruzione come il requisito necessario per un vago, astratto benessere economico. Eppure non tutto è così ordinato e soprattutto, in periodo di crisi economica, non tutto è così facile. Può capitare che si sia cominciato prima a lavorare e solo dopo ci si voglia iscrivere all’università; oppure, ancora, che dopo i primi anni in facoltà capiti l’occasione – imperdibile – di un lavoro. Altre volte ancora, per studiare (magari fuori sede), è necessario guadagnare. Ergo lavorare.

Ma studiare e lavorare contemporaneamente è possibile? Sì, anche se non è facile. La criticità principale è rappresentata dalla mancanza di tempo ed energie e dalla conseguente frustrazione di quello che, in fin dei conti, resta un bisogno primario: il diporto. Con questo termine gli antropologi indicano il bisogno di giocare e divertirsi, attività che in tutte le culture sono alla base dell’apprendimento e dell’arte. Insomma, il gioco è una cosa davvero molto seria. Il primo obiettivo di uno studente lavoratore, dunque, è continuare ad essere un uomo integro, capace di concentrarsi, svagarsi e riposare. Senza perdere la testa.

Di seguito diamo qualche consiglio su come approcciare a questa vita di doppi obblighi, sensi unici e strade strette abitate da vigili collerici. Ecco, un vantaggio comunque c’è e, proseguendo nella metafora “automobilistica”, il serbatoio sarà sufficientemente pieno.

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I diritti dello studente lavoratore

Consigli per conciliare studio e lavoro

1. Cattura il tempo

Dicevamo che il problema principale è rappresentato dalla mancanza di tempo. La prima preoccupazione di uno studente-lavoratore dovrebbe essere quella di gestire il tempo con l’aiuto di un’agenda, prevedendo tempi di studio, lavoro, divertimento/relax e sonno. Non bisogna sacrificare nulla, nemmeno quello che per imposazione culturale metteremmo in secondo piano (prima il dovere e poi il piacere). Avrete meno tempo dei vostri colleghi per divertirvi, ma dovete divertirvi. Anche quello che tendenzialmente si pensa sia sacrificabile – come il sonno – in realtà non lo è. Bisogna essere rigorosi anche per quelle attività leggere quali lo svago e il riposo.

2. Applicare la tecnica giusta di apprendimento

D’accordo, avete superato il liceo indenni, ma siete sicuri che il rapporto impegno-risultati sia stato ottimale? Siate abbastanza umili da prendere in considerazione la possibilità che la vostra tecnica di studio non sia la migliore. Quante volte leggete, ripetete ad alta voce, sottolineate, annotate, scrivete ex novo i manuali? Per capire come studiare probabilmente non potete che procedere per tentativi, ma è utile anche confrontarsi con amici e colleghi e leggere libri che affrontano direttamente il tema. Il metodo giusto riduce i tempi e massimizza l’apprendimento… vi sembra cosa da poco?

3. Mantieni i contatti

Guardati, da tre mesi lavori e studi contemporanemanete. Barba e peli ti hanno reso un animale mimetico capace di scomparire quando attraversi un tappeto. Ecco, dato che casa tua non è la savana e non hai necessità di nasconderti ai predatori, sarebbe il caso che tornassi a vivere. I contatti umani non rispondono soltanto al bisogno suenunciato di diporto, ma sono anche un modo per informarsi. Quando vai in facoltà, cerca di stabilire dei legami e di avere sempre qualcuno da chiamare per aggiornarti su lezioni e accadimenti vari. Poi ci sono gli amici, quelli di sempre che ti ricordano quanto è bella la vita. Non lo dimenticare.

4. Patti chiari con i cari

A proposito di amici e aggiungendo anche i parenti. Quando puoi – preferibilmente all’inizio di quest’avventura – fa’ presente che il tempo per te davvero è tiranno e che, se ti fai sentire di meno, non è per mancanza di affetto. Ricorda all’amico che, se davvero ti vuole bene, a una certa ora devi tornare a casa. Punto.

5. e-Learning

Poi c’è la tecnologia, che non è soltanto l’hd della televisione, né lo smartphone. E’ la possibilità, ad esempio, di seguire un corso da casa. Inserisci questi approfondimenti “telematici” nella tua agenda, tanto più che possono non costare nulla. E’ il caso del progetto Federica.eu dell’Università di Napoli Federico II, sul cui portale è possibile vedere intere lezioni, completamente gratuite.

6. Usa il lavoro per lo studio

D’accordo, non sempre è possibile, ma tieni presente che lo studio, come appunto ci dicevano i nostri genitori all’inizio della faticosa carriera scolastica, è legato al mondo del lavoro. Il fatto che tu possa applicare lo studio al mondo professionale è un vantaggio non da poco. E’ vero, a volte non c’è nessun legame tra i due ambienti, ma cerca sempre di ricondurli ad un’unità, non rinunciando, magari, a cercare un nuovo impiego più in linea con l’oggetto delle tue fatiche universitarie. Se tutto ciò non dovesse essere possibile, non ti dimenticare che comunque il lavoro di dà qualcosa in più. Le sue regole ed il suo rigore ti predispongono allo studio meglio di qualsiasi corso in facoltà.

Diritti dello studente lavoratore

Lo Statuto dei lavoratori previde la figura dello studente lavoratore e rappresenta lo strumento di difesa dei propri diritti più utile per chiunque studi e abbia un impiego. L’articolo 68 – che si ricollega logicamente al diritto allo studio previsto dalla costituzione – recita così

Le lavoratrici ed i lavoratori studenti […] hanno diritto, su loro richiesta, ad essere immessi in turni di lavoro che agevolino la frequenza ai corsi o la preparazione degli esami. Sempre su loro richiesta saranno esonerati dal prestare lavoro straordinario e durante i riposi settimanali.

Allo studente lavoratore, dunque, viene riconosciuta maggiore libertà nella gestione del tempo di lavoro, proprio perché, come ricordato prima, il tempo è la risorsa più scarsa – e dunque più preziosa – a sua disposizione. Oltre a questa tutela, l’impegno sui due fronti, quello dello studio e del lavoro, è agevolato anche dalle 150 ore di permessi retribuiti. Si tratta di un monte ore di 50 ore annuali per tre anni – previsto dai Contratti Nazionali di Lavoro – che il lavoratore può usare per esami, corsi, colloqui o altre occupazioni riguardanti lo studio e certificabili (ad esempio attraverso certificato del professore con il quale si sta dando un esame).

La verità, in epoca di erosione dei diritti dei lavoratori, è però un’altra. Le tutele a difesa dello studente lavoratore vanno rapportate alle più recenti prassi contrattuali. E’ quantomeno “problematico” far valere il proprio diritto alle 150 ore retribuite se si è vincolati in un co.co.pro. o se il contratto a tutele crescenti non ha fatto maturare ancora sufficienti garanzie. In questi casi, purtroppo, bisogna confidare su se stessi e sulla capacità del datore di lavoro di capire che un impiegato studente rappresenterà una risorsa più motivata e preparata di quella assunta inizialmente.

[Foto in apertura da Flickr]

Contenuto pubblicitario a cura di Ciaopeople Studios.
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