Studenti tornano in tenda contro il caro affitti: “Non è stato fatto nulla per la crisi abitativa”
Dopo le mobilitazioni cominciate lo scorso maggio, che hanno visto contestazioni in tutte le maggiori città universitarie italiane, anche a Torino gli studenti universitari sono tornati a protestare con le tende davanti agli atenei contro il caro affitti. Due i collettivi studenteschi torinesi che si sono dati appuntamento davanti al Campus Einaudi, UDU (Unione degli Universitari) e Cambiare rotta, per – si legge in un comunicato – "ribadire ancora una volta che la situazione di noi studenti non è cambiata e che le soluzioni messe in campo dal Governo, Regione, Comune e Università sono tali solo in apparenza e addirittura dannose".
Gli universitari ci tengono, inoltre, a sottolineare che "quando uno studente non riesce a pagare l'affitto, le tasse universitarie e ad accedere al welfare perché vincolato a criteri di merito, il diritto allo studio non è garantito".
La crisi abitativa sussiste ancora – racconta a Fanpage.it Lorena Cannata, coordinatrice del collettivo UDU – e non vi è stata posta nessuna soluzione se non di facciata". "Settembre è un momento molto critico per noi studenti – le fa eco Ada Perini di Cambiare Rotta -: ci sono tantissimi fuorisede, tantissime matricole che si iscrivono in nuovi atenei e si trovano ad affrontare, anzi a subire quello che è il problema abitativo e il caro affitti studentesco".
"Chiediamo sostanzialmente – precisa Cannata – che ci siano delle misure effettive sia da parte del governo, che poi anche a livello regionale. Nelle ultime settimane abbiamo lanciato un sondaggio tra gli studenti ed è emerso che l'80 per cento di questi fanno fatica a cercare casa o a sostenere le spese economiche di un affitto. La metà di questi studenti fa anche dei lavori per sostenere i propri studi o le spese, quindi riteniamo che la situazione sia molto emergenziale non solo per quanto riguarda il mercato degli affitti, ma anche per quanto riguarda la residenzialità pubblica".
Unica, magra consolazione per loro è che un affitto a Torino non arriva ai livelli, ad esempio, di Milano, ma questo non è tuttavia accettabile. In particolare per chi, come Erica Chiesa, pur essendo piemontese non può permettersi di fare la pendolare.
"Sono di Alessandria – ci racconta – ma fare la pendolare su una tratta di almeno 2 ore, se tutto va bene, è praticamente impossibile. Vivo a Torino e pago 400 euro per una stanza, che comunque è un affitto nella media di questa città. Sicuramente spendo meno che in studentati privati e di lusso".
Servono posti letto negli studentati pubblici, sostengono gli universitari, che chiedono a gran voce anche la cancellazione della legge che disciplina le locazioni e il rilascio degli immobili adibiti ad uso abitativo: "Vogliamo assolutamente l’abolizione della legge 431/98 – conclude Ada Perini – che va a beneficio soltanto della speculazione privata e vogliamo la reintroduzione di un equo canone che fissi un tetto di affitto decente che si rapporti anche a quella situazione di crisi sistemica che stiamo attraversando".