Studenti tornano in tenda contro il caro affitti: “Non è stato fatto nulla per la crisi abitativa”

Gli studenti universitari di Torino sono tornati a protestare davanti al Campus universitario Einaudi per ribadire che la loro situazione non è cambiata, e che le soluzioni messe in campo dalle istituzioni “sono tali solo in apparenza e addirittura dannose”.
A cura di Gabriele Rossetti
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Le tende degli studenti davanti al Campus Einaudi di Torino
Le tende degli studenti davanti al Campus Einaudi di Torino

Dopo le mobilitazioni cominciate lo scorso maggio, che hanno visto contestazioni in tutte le maggiori città universitarie italiane, anche a Torino gli studenti universitari sono tornati a protestare con le tende davanti agli atenei contro il caro affitti. Due i collettivi studenteschi torinesi che si sono dati appuntamento davanti al Campus Einaudi, UDU (Unione degli Universitari) e Cambiare rotta, per – si legge in un comunicato – "ribadire ancora una volta che la situazione di noi studenti non è cambiata e che le soluzioni messe in campo dal Governo, Regione, Comune e Università sono tali solo in apparenza e addirittura dannose".

Gli universitari ci tengono, inoltre, a sottolineare che "quando uno studente non riesce a pagare l'affitto, le tasse universitarie e ad accedere al welfare perché vincolato a criteri di merito, il diritto allo studio non è garantito".

La crisi abitativa sussiste ancora – racconta a Fanpage.it Lorena Cannata, coordinatrice del collettivo UDU – e non vi è stata posta nessuna soluzione se non di facciata". "Settembre è un momento molto critico per noi studenti – le fa eco Ada Perini di Cambiare Rotta -: ci sono tantissimi fuorisede, tantissime matricole che si iscrivono in nuovi atenei e si trovano ad affrontare, anzi a subire quello che è il problema abitativo e il caro affitti studentesco".

"Chiediamo sostanzialmente – precisa Cannata – che ci siano delle misure effettive sia da parte del governo, che poi anche a livello regionale. Nelle ultime settimane abbiamo lanciato un sondaggio tra gli studenti ed è emerso che l'80 per cento di questi fanno fatica a cercare casa o a sostenere le spese economiche di un affitto. La metà di questi studenti fa anche dei lavori per sostenere i propri studi o le spese, quindi riteniamo che la situazione sia molto emergenziale non solo per quanto riguarda il mercato degli affitti, ma anche per quanto riguarda la residenzialità pubblica".

Unica, magra consolazione per loro è che un affitto a Torino non arriva ai livelli, ad esempio, di  Milano, ma questo non è tuttavia accettabile. In particolare per chi, come Erica Chiesa, pur essendo piemontese non può permettersi di fare la pendolare.

"Sono di Alessandria – ci racconta – ma fare la pendolare su una tratta di almeno 2 ore, se tutto va bene, è praticamente impossibile. Vivo a Torino e pago 400 euro per una stanza, che comunque è un affitto nella media di questa città. Sicuramente spendo meno che in studentati privati e di lusso".

Lo striscione con le rivendicazioni del collettivo Cambiare Rotta
Lo striscione con le rivendicazioni del collettivo Cambiare Rotta

Servono posti letto negli studentati pubblici, sostengono gli universitari, che chiedono a gran voce anche la cancellazione della legge che disciplina le locazioni e il rilascio degli immobili adibiti ad uso abitativo: "Vogliamo assolutamente l’abolizione della legge 431/98 – conclude Ada Perini – che va a beneficio soltanto della speculazione privata e vogliamo la reintroduzione di un equo canone che fissi un tetto di affitto decente che si rapporti anche a quella situazione di crisi sistemica che stiamo attraversando".

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