Studenti manganellati alla manifestazione contro Giorgia Meloni a Torino

Circa 250 studenti delle scuole superiori di Torino hanno manifestato per contestare la presenza di Giorgia Meloni in città. Le richieste sono un maggiore diritto allo studio e affitti calmierati. Ci sono stati scontri violentissimi tra gli studenti adolescenti e le forze dell’ordine. Almeno due i feriti.
A cura di Gianluca Orrù
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Gli scontri violentissimi tra le forze dell'ordine e gli studenti adolescenti
Gli scontri violentissimi tra le forze dell'ordine e gli studenti adolescenti

La mattinata di fronte a Palazzo Nuovo, ore 9.30, comincia in modo piuttosto tranquillo. Qualche fumogeno, Polizia in assetto antisommossa ben più numerosa dei 50-60 studenti che si presentano all'appello lanciato con manifesti incollati in varie zone della città già negli scorsi giorni.

Poi nel giro di 20 minuti arrivano altri studenti, alcuni No Tav  e qualche esponente dei centri sociali, ma il grosso, circa 250 persone, è sempre composto da adolescenti tra i 15 e i 18 anni. L'obiettivo è raggiungere Piazza Castello, luogo poco distante da quella Piazza Carignano in cui Giorgia Meloni parlerà al festival delle Regioni.

Il primo scontro tra gli studenti e le forze dell'ordine in via Principe Amedeo a Torino
Il primo scontro tra gli studenti e le forze dell'ordine in via Principe Amedeo a Torino

Il percorso della manifestazione, studiato dalle forze dell'ordine per neutralizzare la protesta, è ben chiaro a tutti fin dal mattino. Strade bloccate ovunque tranne che verso Corso San Maurizio, per consentire alla manifestazione di defluire verso Piazza Vittorio Veneto e infine disperdersi. Un copione tutto sommato piuttosto standard per questo tipo di proteste.

C'è però una novità, che sta tutte nelle gambe, nel fiato e nella giovinezza, perché il corteo, all'altezza di via Giulia di Barolo, devia dal percorso studiato dalle forze dell'ordine e si mette a correre.

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Uno dei feriti, colpito con una potente manganellata alla testa.Il primo scontro avviene tra via Principe Amedeo e via delle Rosine. Uno scontro tra 7-8 poliziotti in tenuta antisommossa e una decina di studenti.

Lo schieramento imponente di forze dell'ordine non spaventa i manifestanti che, vista la strada bloccata, continuano a correre verso via Giolitti, dove all'altezza della Camera di Commercio riescono ad anticipare le forze dell'ordine a corto di fiato e si infilano in via Lagrange. Qui vengono lanciate alcune uova, sei per la precisione, e il corteo ricomincia a correre infilandosi nella galleria che sta tra via Lagrange e piazza San Carlo, per poi proseguire fino in galleria San Federico.

Nicola, 18 anni, uno dei leader della protesta.
Nicola, 18 anni, uno dei leader della protesta.

Il corteo riesce a penetrare in piazza Castello ma qui, complice la logistica della piazza, vengono accerchiati da ogni lato dalle forze dell'ordine e vengono bloccati per quasi due ore sotto un sole impossibile per questi giorni di ottobre torinesi: 28 gradi all'ombra e umidità al 65%; sono in molti a chiedere bottiglie d'acqua a chi è rimasto fuori dall'accerchiamento. "I facinorosi", così vengono definiti da alcuni dirigenti delle forze dell'ordine presenti, rimangono qui fino a nuovo ordine.

Ci sono altre cariche. In piazza rimane ferito un ragazzo, colpito da una potente manganellata al cranio. Perde sangue, ma non sviene. Si rincorrono voci di altri studenti feriti ma i circa 200 ragazze e ragazzi bloccati nella fossa dei portici di piazza Castello, quelli antistanti alla Prefettura, non possono entrare o uscire dal blocco.

Finalmente, dopo altri scontri, viene aperto un passaggio verso i Giardini Reali e il corteo ritorna sotto la Mole Antonelliana. Anche qui altri scontri.  Lo scopo dichiarato era solo "quello di protestare per i nostri diritti" che nello specifico vuol dire affitti delle stanze meno cari per un maggiore diritto allo studio.

A fine manifestazione, dopo le botte prese sotto la Mole, un altro ragazzo si tiene la testa sanguinante, è il secondo ferito accertato della giornata.

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