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Studentessa suicida a Lecce, ispezione della scientifica a casa: sequestrati diario e telefonino

Dalle indagini della polizia è emerso che la 21enne francese suicida era andata al pronto soccorso dopo gli abusi subiti, sembra, nella stessa casa in cui viveva a Lecce. Non avrebbe però sporto denuncia. Nel frattempo sono stati sequestrati il telefonino e il diario della studentessa.
A cura di Biagio Chiariello
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Immagine di repertorio
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Il caso della studentessa Erasmus morta a Lecce tiene banco in queste ore: nella giornata di oggi, 24 ottobre, la polizia Scientifica della Questura locale ha effettuato alcuni rilievi nell'abitazione, dove domenica sera la giovane francese di 21 anni si è tolta la vita. Gli investigatori starebbero procedendo anche ad alcuni sequestri. In particolare il telefonino e il diario della studentessa.

L'inchiesta della Procura del capoluogo salentino è stata inaugurata per accertare una possibile violenza sessuale subita della ragazza, che si trovava a Lecce con il progetto universitario Erasmus, pochi giorni prima del suicidio.

La lettera di addio alla famiglia

Secondo le testimonianze raccolte dagli inquirenti, la 21enne avrebbe parlato della violenza ad alcune colleghe. Nella sua stanza è stato trovato una sorta di diario in cui la ragazza avrebbe scritto, in francese, quella che appare come una lettera di addio ai famigliari dicendo, tra l'altro, che "è difficile rimanere soli". e "sopportare quello che è accaduto".

"Penso che è arrivato il momento di fermarmi qui, non ne posso più, mi dispiace mamma e papà", è il contenuto indirizzato ai suoi cari "Non ce l'ho con nessuno perché mi avete tanto amata ma non ci riesco più, non riesco ad accettare ciò che mi è successo, è troppo difficile per me rimanere sola".

I medici confermano: "Sì, ha subito abusi"

Inoltre sarebbe stato effettivamente rinvenuto un certificato medico rilasciato dal pronto soccorso dove, pochi giorni prima dell'estremo gesto, la giovane si sarebbe recata, affermando di aver essere stata stuprata. I medici, stando a quanto si apprende, avrebbero rilevato "abusi" (il termine utilizzato nel documento).

Alla paziente sarebbe stato così esposto tutto l'iter da seguire in questi casi, tra cui quello della denuncia, che però non ha mai presentato. I presunti abusi, stando a quanto riferito dalle sue conoscenti agli investigatori, sarebbero avvenuti nella casa in cui viveva la ragazza francese e in cui è stato trovato il suo corpo.

La solidarietà del sindaco di Lecce

Cordoglio è stato espresso dal sindaco di Lecce, Carlo Salvemini: "Da padre sono rimasto profondamente colpito e addolorato da quanto accaduto. In questo tempo presente le nostre ragazze e i nostri ragazzi, soprattutto negli anni dell'adolescenza e della giovinezza, hanno fragilità e bisogni che dobbiamo saper ascoltare, sostenere, accompagnare per evitare che si sentano soli e sopraffatti di fronte ad alcune situazioni limite. Un impegno che deve vederci coinvolti tutti, ognuno nel proprio ruolo e secondo le proprie possibilità".

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