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Studentessa suicida a Lecce, il 19enne sotto accusa: “Mi ha invitato lei, non ho fatto nulla che lei non volesse”

Il ragazzo di 19 anni, originario della provincia di Brindisi, è indagato per istigazione al suicidio e violenza sessuale. “Non ho fatto nulla che lei non volesse” ha raccontato agli inquirenti. Le indagini continuano.
A cura di Biagio Chiariello
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"Mi ha chiesto lei di accompagnarla, non ho fatto nulla che lei non volesse. Mi aveva anche invitato a restare per la notte, ma le ho detto che avevo lezione il giorno dopo e dovevo tornare a casa". Ha risposto così agli inquirenti il ragazzo di 19 anni indagato per istigazione al suicidio e violenza sessuale nell'ambito ell’inchiesta sulla morte di Julie, la studentessa francese di filosofia, 21enne, trovata morta domenica scorsa suo appartamento di via Pappacoda, rione San Pio, a Lecce. Si sarebbe suicidata suicidata.

Il 19enne, originario del brindisino, agli investigatori ha detto di aver inizialmente scambiato il suo contatto su Instagram con la studentessa con Jolie. Ma di averla poi bloccata, perché non avrebbe voluto far proseguire la conoscenza con la 21enne. Ai poliziotti avrebbe poi fatto vedere un selfie scattato proprio nell’androne del palazzo dove viveva la vittima, spiegando di essere stato invogliato dal grande specchio lì trovato.

Tornando alle ricostruzioni di ciò che è accaduto nella notte tra mercoledì e giovedì, quindi pochi giorni prima del presunto estremo gesto della studentessa, i fatti si sarebbero verificati attorno alle 4. Jolie era in compagnia di una amica bielorussa (già ascoltata dalla polizia.) Ha conosciuto il 19enne all’aperto, tra i gradini della zona di Porta Rudiae. A quanto sembra c’è stato un primo contatto. E anche alcune effusioni, per strada, in presenza della compagna di studi. Dopo un po' la studentessa francese si sarebbe separata dall'amica per poi proseguire la serata nel suo appartamento con il ragazzo brindisino. Lì i due avrebbero avuto un rapporto completo, ma consenziente, come raccontato dallo stesso giovane.

Tutti particolari che il 19enne potrebbe ora ripetere di fronte alla pm che sta seguendo il caso, Maria Rosaria Petrolo, qualora decidesse di farsi interrogare. Sul caso stanno lavorando i poliziotti della Squadra mobile della Questura di Lecce, coordinati dalla procura.

Nella stanza della 21enne è stato poi trovato un biglietto: "Penso che sia arrivato il momento di fermarmi qui, non ne posso più, mi dispiace mamma e papà". E poi l’amore per alcuni amici, per il fidanzato. L’affermazione: "È troppo quello che mi è successo".

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