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Studentessa accusa il magistrato Bellomo: “Tentò di baciarmi durante un colloquio”

Francesco Bellomo, consigliere di Stato, è finito nella bufera per la gestione della scuola “Diritto e Scienza” che forma studenti in giurisprudenza che vogliono tentare il concorso in magistratura. L’uomo, stando a quanto denunciato dal padre di una studentessa piacentina, avrebbe imposto alle sue allieve una serie di obblighi, dal dress code al nubilato.
A cura di D. F.
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Si chiama Rosa Calvi, ha 28 anni, una carriera da avvocato davanti e in'un'intervista rilasciata al Corriere della Sera ha gettato nuove importanti ombre sull'operato di Francesco Bellomo, il consigliere di Stato finito nella bufera per la gestione della scuola "Diritto e Scienza" che forma studenti in giurisprudenza per tentare il concorso in magistratura. L'uomo, stando a quanto denunciato dal padre di una studentessa piacentina, avrebbe imposto alle sue allieve una serie di obblighi, dal dress code al nubilato. Sul caso ora indagano anche i pm baresi, ma nel frattempo la 28enne ha raccontato: "Eravamo nella hall di un albergo nel quartiere Eur di Roma quando ha provato a baciarmi sfiorandomi le labbra, ma io mi sono rifiutata". I fatti risalgono a poco più di un anno fa. Anche lei, come tanti altri aspiranti magistrati, seguiva i corsi di Bellomo che "risultava quello con il maggior numero di studenti" arrivati poi alla tanto agognata toga.

La Calvi non presentò la domanda per ottenere la borsa di studio, ma sborsò "i 2.318 euro previsti per l' iscrizione annuale". "Dopo le prime lezioni di ottobre – racconta la donna – era previsto che ogni studente svolgesse un compito, valutato personalmente dal consigliere. Quando mi arrivò la correzione, il mio tema valeva undici e mezzo, abbastanza poco. Nonostante questo, dopo pochi giorni, mi arrivò una mail dalla segreteria della società Diritto e Scienza nella quale risultavo tra le candidate per la borsa di studio". Per questo Rosa Calvi si presentò a un colloquio con Bellomo: fu in quella sede che per la prima volta cosa prevedeva il contratto da borsista. "Regole" assurde come il dress code obbligatorio, il divieto di matrimonio,  il quoziente intellettivo minimo per i fidanzati e la possibilità di vedere la propria vita privata spiattellata nella rivista della scuola. "Ci diede 15 minuti per esaminare il contratto – continua la 28enne – e poi scelse me, dandomi appuntamento al giorno dopo per la firma".

Fu in quella circostanza che Bellomo "osò" ben oltre il limite consentito: "Mi chiese della mia vita privata – racconta Rosa Calvi – quanti fidanzati avevo avuto e cosa facevano. E disse che se decidevo di accettare avrei dovuto perdere 5 chili entro marzo. Poi mi guardò in viso: ‘Hai le borse sotto gli occhi, con un paio di punturine risolviamo la situazione'. Subito dopo provò a baciarmi. In un attimo mi sfiorò le labbra e io lo evitai. Rimasi pietrificata. Andai via lasciandolo lì, nella hall dell' albergo".

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