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Studente viene bocciato, i genitori vanno a scuola e aggrediscono i docenti: arriva la polizia

È quanto avvenuto al liceo scientifico “Ulisse Dini” di Pisa. I genitori dello studente non ammesso all’anno successivo si sono recati a scuola per contestare la decisione e hanno iniziato a gridare e offendere i docenti presenti, tanto da rendere necessario l’intervento della Polizia.
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I primi di giugno, come ogni anno, la scuola finisce. Escono i quadri, ormai in versione digitale, e studenti e studentesse scoprono i loro voti, una manciata di numeri che cristallizza il loro anno di studi.

Il copione dovrebbe poi procedere con il classico “una volta saputo il voto finale, i genitori si complimentarono con il figlio”. Oppure, al contrario, “dopo aver comunicato il voto insufficiente ai genitori, questi lo misero in punizione”.

Qualsiasi sia lo sviluppo narrativo, in nessun caso, però, è prevista una variante che vede i genitori irrompere a scuola per scagliarsi contro i docenti.

Ebbene, un tale inaspettato spettacolo è andato in scena a Pisa, al liceo scientifico statale "Ulisse Dini”.

Una volta scoperto che il figlio non era stato ammesso all’anno successivo, i genitori del ragazzo si sono presentati in Via Benedetto Croce, sede del liceo toscano, per parlare con i docenti.

Ma i convenevoli hanno ben presto lasciato posto a grida e insulti, trasformando il colloquio in una vera e propria aggressione verbale. I toni si sono talmente accesi che è stato richiesto l’intervento della Polizia, che è immediatamente accorsa sul posto.

Liceo scientifico statale "Ulisse Dini”, Pisa. Screen tratto da Google Maps.
Liceo scientifico statale "Ulisse Dini”, Pisa. Screen tratto da Google Maps.

Secondo la ricostruzione degli agenti, i genitori dello studente – partiti con l’intenzione di contestare la bocciatura del figlio – si sarebbero scagliati, offendendoli, contro alcuni docenti presenti in quel momento all’interno dell’istituto.

Solo l’intervento della Polizia, che ha informato i presenti dei loro diritti, avrebbe permesso di riportare la calma.

Non si tratta evidentemente di un caso isolato: al contrario, quanto avvenuto a Pisa non è che un ulteriore campanello d’allarme di una deriva degli ultimi anni che vede incrinarsi sempre di più il rapporto scuola-famiglie, docenti-genitori.

Pur evitando la retorica, si allunga di giorno in giorno la scia delle aggressioni ai danni dei e delle docenti. Come evidenziato da un sondaggio pubblicato sul portale Skuola.net lo scorso febbraio, sono sempre di più i casi di attacchi ai professori, da parte di ragazzi e ragazze, ma anche dei loro genitori.

Il sondaggio, per quanto non completamente rappresentativo (il campione considerato è di 1800 studenti), fornisce comunque importanti spunti di riflessione: nel 29% dei casi presi in considerazione, quasi un terzo del totale, emerge che i genitori giustificano a prescindere le scelte e le azioni del propri figli; solo il 22% di madri e padri riconosce di essere in grado di difendere apertamente gli insegnanti.

Questa maggiore “connivenza” dei genitori si inserisce in un quadro già di per sé complesso, che vede una graduale, seppur netta, diminuzione della fiducia e del rispetto del ruolo del docente da parti di chi siede dall’altro lato della cattedra.

“Facile dare la colpa ai giovani – il commento di Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net, che accompagna il report – Tuttavia non possiamo dimenticarci il ruolo e la responsabilità degli adulti di riferimento, che spesso sono i primi a sostenere gli studenti e a destituire di autorità la figura dei docenti”.

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