Studente italiano arrestato e torturato a Miami, cadute tutte le accuse contro il 26enne Matteo Falcinelli
Sono definitivamente cadute tutte le accuse contro Matteo Falcinelli, lo studente italiano di 26 anni che a febbraio scorso era stato arrestato all'esterno di uno strip club di Miami, negli Usa. Le modalità dell'arresto avevano suscitato polemiche visto che, come mostrato in alcuni video diffusi in Italia mesi dopo, erano state particolarmente violente.
Il ragazzo ha terminato alcuni giorni fa il suo periodo di messa alla prova e ha chiuso il programma di vigilanza e risocializzazione che lo obbligava a una telefonata mensile al responsabile del suo fascicolo. La sua fedina penale è dunque tornata pulita e non ci sarà nessun processo.
Il 26enne in terapia per superare il trauma
Falcinelli, all'epoca 25enne, si trovava negli Usa per frequentare un master in management turistico alla Florida International University, e ora ha ripreso le lezioni. Ma il 26enne di Spoleto è in terapia psichiatrica con farmaci e colloqui con specialisti per superare il trauma, come racconta il Corriere della Sera.
Fondamentale è stato il contributo del ministero degli Esteri italiano che ha supportato la madre del ragazzo, Vlasta Studenicova. Anche quando, a maggio, lei e il figlio si erano visti negare la possibilità di rientrare in Italia perché, con la causa penale pendente, c'era il rischio che gli fosse revocato il visto per rientrare pochi mesi dopo e continuare a studiare in Florida.
"Ancora oggi controllo costantemente mio figlio con le video camere della sua abitazione perché è molto debilitato anche fisicamente", ha raccontato la donna al Corriere.
L'arresto
Matteo Falcinelli era stato arrestato nella notte tra il 24 e 25 febbraio dopo che la sicurezza del locale aveva chiamato la polizia. Il ragazzo, secondo quanto era stato ricostruito, si era visto sottrarre il suo cellulare e aveva preteso di riaverlo, anche con gli agenti di polizia. Che, tuttavia, lo avevano invitato ad allontanarsi dal locale.
A quel punto Falcinelli avrebbe toccato con un dito la targhetta identificativa di uno degli agenti e, visto che in Florida anche questo gesto fa scattare l'arresto, era stato sbattuto a terra, ammanettato e portato in centrale.
Qui, come dimostrano i video registrati dalle bodycam dei poliziotti, era stato portato in cella e incaprettato per 13 minuti con il cosiddetto Hogtie restraint. Le immagini erano arrivate in Italia mesi dopo, mentre la polizia di Miami aveva avviato un'indagine interna. Pochi giorni fa è arrivata la notizia che dovrebbe aver finalmente chiuso il caso.