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Strattona la figlia minorenne per strada: papà condannato a versarle 1.250 euro di risarcimento

I fatti nel Cuneese. L’uomo: “Si stava baciando col fidanzatino in strada, poi mi ha fatto il dito medio”. Per il pm si è trattato di un gesto dovuto “a un eccesso di paternalismo nel dirigere i rapporti affettivi della figlia” ma “parlano i certificati medici”. Alla ragazzina era stato infatti diagnosticato un trauma distorsivo contusivo.
A cura di Biagio Chiariello
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immagine di repertorio
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Uno strattone violento dato ai propri figli può essere reato, se il gesto – anche involontario – si rivela violento. Lo ha deciso il tribunale di Cuneo, condannando un padre a una multa di 300 euro, più altri 1250 euro da versare come risarcimento alla figlia minorenne, 12 anni all'epoca dei fatti. I fatti si sono verificati a Savigliano, alla presenza di tre coetanei della ragazzina. L'uomo era imputato anche per abuso dei mezzi di correzione, accusa dalla quale è stata assolto venendo condannato invece per quello di lesioni colpose.

Secondo le ricostruzioni, la 12enne era uscita con le amiche a prendere il fidanzatino all’uscita di scuola. Era stata la madre, con cui l’uomo aveva in corso la causa di separazione, a darle l'autorizzazione. Il padre si aspettava di vederla soltanto in compagnia femminile mentre, passando in strada col furgone, l’aveva vista con il ragazzo. Così ha accostato, intimarle di salire e afferrarla con forza per un braccio. “Le ha detto ‘vieni da me, ti porto a casa da tua madre’, poi l’ha caricata abbastanza violentemente sul furgone” ha raccontato uno dei  giovani presenti.

L'intenzione dichiarata dell'uomo, che si era poi allontanato senza la figlia, era di riportare la ragazzina dalla madre. In ospedale, il giorno dopo, all’adolescente era stato diagnosticato un trauma distorsivo contusivo: i medici le avevano prescritto l’utilizzo del collare per due settimane.

In tribunale, il padre ha provato a spiegare le sue motivazioni: “Si stavano baciando per strada. Mentre li superavo col furgone lei mi ha fatto il gesto del dito medio, io mi sono fermato e le ho intimato di salire sul furgone, perché l’avrei riportata da sua madre”. La ex moglie gli aveva spiegato che la 13enne doveva andare da un'amica. “Non l’ho mai picchiata e non lo farei mai, ho sempre avuto un rapporto bellissimo: purtroppo con la separazione mi veniva impedito di fare il papà” ha aggiunto l’accusato.

Per l'avvocato della difesa, Rita Prinzi, è emerso come il fatto sia “maturato nel contesto di un grave conflitto familiare”, nell’ambito del quale “c’era interesse da parte della ex moglie a caricare l’episodio, per mettere in cattiva luce il padre”. Il padre secondo la legale, “ha agito in adempimento dei suoi doveri genitoriali, non violandoli”.

Il pm ha descritto l’accaduto come un "eccesso di paternalismo nel dirigere i rapporti affettivi della figlia". Ma pur riconoscendo l’“insieme di criticità relazionali e la fortissima tensione per la separazione”, ha concluso che il padre “ha ecceduto perché ha strattonato la figlia dodicenne: parlano i certificati medici”.

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