Strangola la moglie con una corda e chiama il 112: “Non ho capito più nulla”
“All'ennesimo rimprovero ho visto tutto nero e non ho capito più nulla”, così Sebastiano Cannella ha raccontato ai suoi legali ciò che lo avrebbe spinto a uccidere la moglie Marzia Bettino, da cui si stava separando. L’omicidio mercoledì a Genova nel capanno dependance della loro abitazione a Bolzaneto.
“Mia moglie e mio figlio grande mi hanno abbandonato, mi hanno estromesso dalla vita familiare. Io sarei dovuto andare via da casa per vivere nella dependance della nostra abitazione. E ieri con Marzia avevamo portato alcune cose mie lì. Ma lei mi ha rimproverato dicendomi che tenevo male la casa. E così non ho capito più nulla", è quanto avrebbe raccontato il 58enne, che è stato arrestato ed è ora in carcere.
Proprio nella dependance di pertinenza della loro villetta l’uomo ha ucciso la moglie stingendole una corda attorno al collo, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti. Dopo il delitto si è allontanato e ha iniziato a vagare senza meta prima di chiamare i carabinieri dalla stazione di Pontedecimo e confessare al telefono l'omicidio.
Nel frattempo l’omicidio era stato scoperto dai figli che erano andati a casa a controllare, insospettiti quando non hanno visto arrivare in chiesa i genitori per il rosario che si stava celebrando dopo il funerale della loro nonna e madre dell’uomo, morta appena tre giorni fa.
Sono stati sempre i figli della coppia, di 25 e 30 anni, a raccontare dei continui litigi dopo la richiesta di separazione da parte della vittima. Il rapporto era già logoro ma negli ultimi tempi, infatti litigi erano sempre più frequenti tra i due e lei era stata anche denunciata da Cannella per minacce.
"Sono distrutto, sconvolto. Volevo riallacciare i rapporti con lei e invece ho spento la vita della donna che amavo. Con mia moglie ho capito che non c'era più nulla da fare per recuperare il nostro rapporto e mi sono visto perso" avrebbe detto ancora il 58enne ai suoi legali durante il colloquio in carcere.
Sebastiano Cannella però si è avvalso però della facoltà di non rispondere e ha fatto scena muta davanti al sostituto procuratore Federico Panichi che lo interrogava dopo l’arresto. Il magistrato nelle prossime ore chiederà comunque la convalida del fermo per omicidio volontario aggravato.
Secondo l’accusa, il movente del femminicidio sarebbe da ricercare nella gelosia morbosa di lui. L'operaio non avrebbe accettato la separazione e anche di dovere lasciare la casa di proprietà della moglie. La donna, secondo quanto accertato, voleva che lui se ne andasse ma Cannella voleva rimanere perché aveva contribuito alla costruzione.