Strage Ustica, Amato: “Aereo italiano fu abbattuto da un missile francese. Macron chieda scusa”
Il Dc9 dell'Itavia precipitato vicino a Ustica il 27 giugno 1980 sarebbe stato abbattuto da un missile francese. Lo ha sostenuto l'ex premier Giuliano Amato in un'intervista a Repubblica. "Era scattato un piano per colpire l'aereo sul quale volava Muʿammar Gheddafi, ma il leader libico sfuggì alla trappola perché avvertito da Craxi. Adesso l'Eliseo può lavare l'onta che pesa su Parigi" ha detto Amato.
Ora, a distanza di 43 anni da quella tragedia, “è arrivato il momento di gettare luce su un terribile segreto di Stato – o meglio – un segreto di Stati”, dice l’ex premier: secondo lui a farlo dovrebbero essere il presidente francese, Emmanuel Macron, oppure la Nato, “che in tutti questi anni ha tenacemente occultato” le informazioni in suo possesso.
E proprio Macron, soprattutto perché giovane e "lontano anagraficamente" da questi fatti, per Amato dovrebbe "togliere l’onta che pesa sulla Francia", provando una volta per tutte l'estraneità ai fatti di Parigi oppure – in caso contrario – "porgendo le scuse più profonde all’Italia e alle famiglie delle vittime". Ad ogni modo, "chi sa ora parli: avrebbe grandi meriti verso le famiglie delle vittime e verso la Storia".
Ma per quale motivo quell'aereo fu abbattuto?
La versione più credibile è quella della responsabilità dell'aeronautica francese, con la complicità degli americani e di chi partecipò alla guerra aerea nei nostri cieli la sera di quel 27 giugno. Si voleva fare la pelle a Gheddafi in volo su un Mig della sua aviazione. Il piano – dice ancora Amato – prevedeva di simulare una esercitazione della Nato, con molti aerei in azione, nel corso della quale sarebbe dovuto partire un missile contro il leader libico. L'esercitazione era una messinscena che avrebbe permesso di spacciare l'attentato come un incidente involontario".
Ma il leader libico su quel volo non ci salì mai, grazie a una soffiata, mentre il missile andrò dritto verso il Dc9 dell'Itavia che si inabissò con dentro ottantuno innocenti.
La persona che informò Gheddafi sarebbe invece stata Bettino Craxi. Amato lo avrebbe scoperto “più tardi, ma senza averne prova”. “Mi diceva senza mezzi termini che dovevo evitare di rompere le scatole ai militari”, precisando però che poi “mi faceva fare”. Craxi – che l’ex premier definisce “amico di Gheddafi, amico di Arafat e dei palestinesi: uno statista trasgressivo in politica estera” – avrebbe comunque cercato di non far emergere il suo coinvolgimento nei fatti, perché “sarebbe stato incolpato di infedeltà alla Nato e di spionaggio a favore dell’avversario”.
Ad Amato ha risposto in mattinata Bobo Craxi, figlio di Bettino: "É già scritto anche sui libri di Storia che mio padre avvertì Gheddafi che lo avrebbero bombardato. Ma nel 1986": così il figlio dell'ex premier, deceduto nel 2000. Poi le parole del premer Giorgia Meloni: "Parole importanti quelle di Amato. Gli chiederò di mettere a disposizione eventuali elementi in suo possesso".