Strage Perugia: il padre soffriva di depressione, ma il porto d’armi gli era stato rinnovato
Enrico Scoccia, l'uomo che ha ucciso la moglie e la figlia prima di togliersi la vita nel loro casolare a Perugia, pare soffrisse di depressione, anche a seguito degli esiti negativi di un intervento per un'ernia che lo ha costretto alla sedia a rotelle per anni. Secondo quanto si è appreso al 69enne era stato rinnovato qualche tempo fa il porto d’armi, essendo lui un appassionato di caccia al cinghiale.
Il titolare delle indagini è Giuseppe Petrazzini – che ha aperto un fascicolo per omicidio volontario per svolgere una serie di accertamenti. Le autopsie sui tre corpi, invece, saranno eseguite domani. Una delle domande chiave dell'inchiesta ora è proprio legata alla detenzione di quel fucile da parte di Scoccia. "La verità è che stava male, la depressione lo ha cambiato. Perché aveva ancora armi in casa?", si chiedono le persone più vicine alla famiglia, come riporta Il Messaggero.
Il 69enne aveva anche deciso di farsi seguire da vari professionisti, tra neurologi, psichiatri e terapeuti. Assumendo anche una terapia farmacologica per superare quel suo mal di vivere. Effettivamente le cure avevano dato i risultati sperati, facendolo passare dalla carrozzina al bastone. Tuttavia ad un certo punto qualcosa, nella sua testa, si è inceppato. Enrico aveva cominciato a pensare a quanto tempo gli restasse prima di tornare in carrozzina, scrive ancora il giornale.
Da qui il dubbio, espresso dai più vicini alla famiglia, che qualcosa nel suo stato di disagio mentale possa essere stato sottovalutato nel rilascio e nel rinnovo dell'autorizzazione al porto d'armi: i requisiti psicofisici minimi imporrebbero infatti l'assenza di "disturbi mentali, di personalità o comportamentali".
Per questo motivo le indagini della squadra mobile, diretta da Maria Assunta Ghizzoni, coordinate dal sostituto procuratore Gemma Miliani, si concentrano sugli accertamenti sullo stato di salute di Scoccia. In particolare l'analisi delle cartelle cliniche, dei ricoveri dal 2017 tra Ortopedia e Unità spinale e delle terapie che stava seguendo. E non è un caso se, tra le persone informate sui fatti, è stato già sentito anche il suo medico.