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Incidente Funivia Stresa-Mottarone

Strage Mottarone, chiuse alcune trattative sui risarcimenti alle famiglie: quali sono le cifre

Il gruppo altoatesino Leitner e Ferrovie del Mottarone figurano tra gli otto indagati (sei persone e due società) per i quali ieri la Procura di Verbania ha depositato la richiesta formale di rinvio a giudizio. Già versati alcuni indennizzi, anche ai familiari del piccolo Eitan.
A cura di Biagio Chiariello
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Se da una parte la Procura di Verbania terrà un processo nei confronti di otto persone (tra fisiche e giuridiche) per stabilire le responsabilità alla base della catena di omissioni, a cui si aggiungono negligenza e imperizia, che hanno portato al dramma del Mottarone, in cui i morti furono 14, il gruppo altoatesino Leitner, che con i suoi vertici figura tra gli imputati, sta procedendo a risarcire le famiglie delle vittime.

Entro la fissazione dell'udienza preliminare potrebbero essere definiti tutti gli accordi: alcuni comunque sono stati già chiusi, altri sono in via di chiusura. Le richieste di alcune famiglie, secondo quanto si apprende da fonti informate, sono "molto elevate" e, al momento, l'assicurazione di Ferrovie del Mottarone ha messo a disposizione il massimale. Alcuni familiari avevano ricevuto gli acconti (circa 10 milioni di euro), compresa la famiglia del piccolo Eitan, l'unico sopravvissuto alla strage.

Ma per la società altoatesina non si tratta di un'ammissione di responsabilità, un’ammissione di colpevolezza: Leitner “non si ritiene responsabile” per la strage “ma è molto vicina alle vittime e ritiene doveroso dal punto di vista etico anticipare i risarcimenti in attesa che vengano identificate le responsabilità, che, secondo noi, sono in capo ad altri”, spiegano i legali. “Puntiamo a chiudere le trattative entro l’udienza preliminare“.

La prima udienza del processo potrebbe essere a novembre. Oltre alle due società, Leitner e Ferrovie del Mottarone, figurano nella richiesta di rinvio a giudizio il gestore Luigi Nerini, Gabriele Tadini, Enrico Perocchio, e i vertici Leitner cioè Martin Leitner, consigliere delegato, il presidente del Cda Anton Seeber e il dirigente Peter Rabansen. I capi di imputazione, a vario titolo, sono omicidio plurimo colposo, lesioni colpose, attentato alla sicurezza dei trasporti, rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, disastro colposo (e per Tadini e Perocchio anche il falso).

L'accusa pare non avere dubbi sulle loro colpe: nella chiusura indagini si era già parlato dei mancati (e necessari) controlli sulla fune traente, della quale il “68% dei fili” risultava già danneggiato prima del crollo, delle anomalie dell’impianto frenante e, come già accertato, dei ‘forchettoni’ che inibivano il freno d’emergenza.

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