Strage Mestre, disposta nuova perizia sul cuore dell’autista Alberto Rizzotto
Il pm di Venezia, Laura Cameli, ha affidato una nuova perizia medica sul cuore di Alberto Rizzotto, l'autista del bus precipitato dal cavalcavia di Mestre il 3 ottobre. Nell'incidente sono morte 21 persone (incluso lo stesso conducente del mezzo).
Si tratta di permettere a tutte le parti di partecipare ad una fase fondamentale in ambito peritale” dichiara Paola Bosio legale di uno degli indagati. “Non ci aspettiamo grandi risultati ma apprezziamo il fatto che con questo atto la Procura ci permetta di sopperire a quanto non era stato possibile fare prima".
Gli esami sul cuore dell'uomo si sono resi necessari da un esame della situazione di salute di Rizzotto che, nelle settimane prima della strade, avrebbe avuto diversi accessi ai Pronto soccorso, ma non per lamentare problemi cardiaci, come ha spiega l'avvocato Francesco Stilo: "È stato in ospedale nel giugno scorso per motivi che restano riservati ma che nulla hanno a che fare con problemi al cuore e, negli anni precedenti, gli ingressi ospedalieri erano avvenuti per motivi di routine, o per controlli legati alla professione".
L'unica certezza in attesa degli esami autoptici – ribadisce – è che Alberto è morto per la frattura del cranio che si è verificata con lo schianto dell'autobus al suolo".
Già l'autopsia in realtà non aveva evidenziato tracce di malori, ma quelle ripetute visite in ospedale hanno portato il sostituto procuratore Laura Cameli, che coordina le indagini, a chiedere alla cardiologa dell’Università di Padova, Cristina Basso, un nuovo sezionamento del cuore dell’autista per evidenziare cause o concause di carattere cardiopatologico in un malore o nel decesso di Rizzotto. Il nuovo accertamento sarà eseguito martedì 28 novembre.
La Basso è una luminare nel campo delle cosiddette "morti invisibili", causate cioè da problemi cardiaci che sfuggono anche ai normali esami. Tra i casi più eclatanti affrontati – e risolti – dalla dottoressa Basso, quello del calciatore Piermario Morosini, morto su un campo di calcio a Pescara nel 2012 quando giocava con il Livorno.
C'è poi attesa per le altre perizie: quella sul cavalcavia, su un tratto di guardrail, sulla scatola nera del bus (messo sotto sequestro dopo l'incidente) e sul telefono dell'autista. Sotto esame anche le riprese delle tre telecamere a bordo del mezzo.