video suggerito
video suggerito

Strage L’Aquila, il fratello del medico davanti alla villetta: “Mi aveva detto che andavano a mare”

La strage compiuta a L’Aquila dall’urologo Carlo Vicentini risalirebbe ad almeno 24 ore prima della scoperta dei cadaveri da parte della polizia. Il fratello del medico davanti alla villetta: “Avevo provato a contattarlo”.
A cura di Susanna Picone
1.589 CONDIVISIONI
Immagine

"Mi aveva detto due giorni fa che con tutta la famiglia sarebbe andata al mare a Tortoreto. Ieri ho provato a contattarlo senza ricevere risposta. Ho solo visto che le finestre erano abbassate e ho pensato fossero già partiti. Solo oggi, con delle chiavi secondarie sono andati ad aprire, rendendosi conto della tragedia".

A parlare, a poche ore dalla scoperta dei quattro corpi senza vita nella villetta alle porte della frazione di Tempera (L’Aquila), è Giovanni Vicentini, fratello dell’urologo Carlo Vicentini, che secondo la prima ricostruzione ha ucciso la moglie e i due figli prima di togliersi la vita.

Un omicidio-suicidio che risalirebbe ad almeno 24 ore prima della scoperta dei corpi di Vicentini, 70 anni, della moglie Carla Pasqua sua coetanea, del figlio 43enne Massimo e alle figlia Alessandra di 36 anni.

Nessuno dei vicini sa indicare con certezza l'ora dell'omicidio suicidio, anche perché nessuno avrebbe sentito rumori sospetti, ma risalirebbe a circa le 2 della notte tra mercoledì e giovedì l'ultimo accesso su WhatsApp della figlia Alessandra Vicentini. Al vaglio degli inquirenti ci sono tutti i telefonini.

Sul posto sono intervenuti gli agenti della Squadra mobile della Questura e il magistrato di turno, Guido Cocco. "Viviamo in una zona dove il rumore dei colpi può essere facilmente confuso – così un vicino nella villetta di fronte a quella della famiglia del medico -. Non abbiamo sentito nulla di particolare, pur notando che la casa del dottor Vicentini è rimasta chiusa per tutta la giornata di ieri".

Carlo Vicentini, secondo le prime informazioni, avrebbe ucciso moglie e figli in stanze diverse e poi si sarebbe ucciso in camera con una pistola regolarmente detenuta. Il figlio maggiore del medico era affetto da una grave disabilità: sarebbe stato lui la prima vittima dell’uomo. Massimo Vicentini non poteva respirare autonomamente ed era attaccato a un respiratore, una condizione che aveva segnato profondamente il genitore. In una seconda stanza, il 70enne avrebbe sparato alla figlia e in un'altra ancora avrebbe colpito la moglie.

Al vaglio il movente: non è ancora chiaro che si sia trattato di un raptus o di un gesto premeditato. L'ex primario prima di uccidersi avrebbe lasciato un biglietto.

"Sono profondamente colpito e addolorato. È un dramma incommensurabile, che strazia il cuore della comunità temperese e aquilana di angoscia, turbamento e interrogativi a cui difficilmente potrà essere data risposta. Le mie preghiere e i miei pensieri sono rivolte alle vittime di questa tragedia e ai familiari che restano a piangerla. L'amministrazione è pronta a garantire tutta l'assistenza e il sostegno possibili”, le parole del sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi, che si è recato sul luogo della tragedia avvenuta oggi.

"Una vicenda estremamente grave", così anche l'avvocato di famiglia Emilio Bafile. "Era un professionista straordinario – ricorda il legale – ha sofferto sicuramente per la situazione clinica del figlio che stava poco bene e questa vicenda lo ha segnato. Ovviamente, la sofferenza è arrivata all'estremo e ha maturato questa idea". "Ci avevo parlato qualche giorno fa – ha detto ancora – anche in quell'occasione si è confermato una persona di livello, di tanti interessi. Una persona di spicco, ma le condizioni del figlio hanno pesato molto sulla sua esistenza".

1.589 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views