Strage familiare ad Altavilla, per gli inquirenti esisteva una setta: “Altri 10 adepti sapevano tutto”
L'ipotesi di una vera e propria setta dietro la strage familiare di Altavilla Milicia, nel Palermitano, non sarebbe più solo un sospetto degli inquirenti. Dietro Giovanni Barreca e i suoi due complici, la coppia composta da Massimo Carandente e Sabrina Fina, vi sarebbe un gruppo di fanatici religiosi più ampio. Almeno una decina, secondo quanto confermato da fonti informate a Fanpage.it. Una serie di contatti trovati nel cellulare dei tre attualmente agli arresti, persone che conoscevano la condizione del nucleo familiare preso di mira.
Gli inquirenti hanno nomi e cognomi degli adepti, persone che si riunivano in preghiera con Carandente e la sua compagna, Sabrina Fina. I due, stando a quanto reso noto finora, vivevano di espedienti e poco prima della strage familiare si erano trasferiti a casa di Barreca, dove avevano vitto e alloggio gratuito.
Il "gruppo religioso", avrebbe secondo il gip di Termini Imerese una "connotazione criminale più ampia". La coppia era nota agli adepti come "fratelli di Dio" e aveva palesato ai "fedeli" la situazione di Barreca e della sua famiglia. Secondo chi indaga, insomma, almeno 10 persone avrebbero saputo che nella villetta di Altavilla Milicia si svolgevano esorcismi e riti di liberazione dagli spiriti.
È ora da chiarire cosa gli adepti della congrega sapessero di preciso. Non è infatti chiaro se i "fedeli" dei "fratelli di Dio" si siano limitati a pregare per la "salvezza della famiglia Barreca" o se fossero del tutto a conoscenza delle torture che poi hanno portato alla morte di Antonella Salamone e dei suoi due figli di 16 e 5 anni.
Non è chiaro neppure se gli adepti sapessero che, la sera dell'omicidio dei tre, si sarebbe tenuto un esorcismo. Nessun membro del gruppo è ancora stato sentito dagli inquirenti che aspettano di poter analizzare tutto il materiale contenuto nei cellulari e nei dispositivi elettronici degli indagati. A citare per prima gli altri "fratelli di fede", sarebbe stata la primogenita dei Barreca, la 17enne arrestata per aver partecipato alle sevizie dei familiari.
Come il padre e i suoi complici, la giovane in carcere per omicidio aggravato e soppressione di cadavere. Agli inquirenti, la 17enne aveva raccontato che Massimo Carandente e Sabrina Fina avevano detto a Barreca e all'adolescente che domenica avrebbero dovuto "raggiungerli nella loro chiesa" per "testimoniare". Una chiesa che secondo l'adolescente si troverebbe a Termini Imerese.
La 17enne si sarebbe inoltre spacciata per suo fratello per giorni, inviando agli amici messaggi dal suo cellulare. La ragazza manteneva i contatti con i ragazzini che suo fratello di 16 anni frequentava abitualmente e ostentava una sorta di "normalità" per allontanare i sospetti da quello che stava accadendo nella casa.