Strage familiare a Palermo, restano in carcere Giovanni Barreca e la coppia di complici
Restano in carcere Giovanni Barreca e i due presunti complici, Sabrina Fina e Massimo Carandente. I tre sono accusati di aver ucciso Antonella Salamone e i suoi due figli di 16 e 5 anni. Unica sopravvissuta al massacro di Altavilla Milicia(Palermo), la figlia 17enne. I tre resteranno in carcere con l'accusa di aver ucciso i due minori e la loro mamma per motivi legati alla religione. Salamone, infatti, aveva raccontato ai familiari che da tempo Fina e Carandente vivevano a casa loro "per scacciare i demoni".
A permettergli di vivere nell'abitazione familiare era Giovanni Barreca, il muratore 54enne che insieme ai due amici aveva lasciato la comunità evangelica per fondarne una propria. "I fratelli di Dio", così si facevano chiamare i due coniugi che, secondo l'accusa, avrebbero convinto Barreca della necessità di purificare la casa dalle presenze demoniache "riscontrate" nella moglie Antonella Salamone e nei due figli maschi.
Il gip di Termini Imerese ha convalidato i fermi disposti per la coppia, ma non quello imposto a Barreca, stabilendo però la custodia cautelare in carcere anche per lui. Il fratello della vittima, Calogero Salamone, ha dichiarato che Antonella aveva intenzione di cacciare la coppia di coniugi da casa. "Voleva che andassero via – ha raccontato in un intervista rilasciata al Tg1 – ma chi gli permetteva di restare era Barreca. Diceva che dovevano dormire lì per scacciare i demoni. Le avevamo detto di andarsene insieme ai figli, ma lei non riusciva ad allontanarsi. I nipoti erano abituati in quella casa e lei non se la sentiva".
Barreca avrebbe fatto scena muta durante l'interrogatorio davanti al gip. Con lui, anche la coppia di amici accusata del concorso in omicidio. Tutti e tre si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Nessuno dei tre ha quindi fornito alcun elemento utile per ricostruire quanto accaduto ad Antonella Salamone e i suoi figli.