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La strage di Erba di Olindo e Rosa

Strage Erba, torna a parlare Azouz: “Rosa e Olindo innocenti, l’assassino è libero”

Secondo Azouz Marzou, padre e compagno di due delle vittime della strage di Erba, la verità non è quella processuale: “Olindo e Rosa non c’entrano col delitto”, ha detto nel corso di un’intervista a Telelombardia.
A cura di Susanna Picone
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Strage di Erba
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Azouz Marzouk nel dicembre del 2006 perse suo figlio Youssef, di 2 anni, e sua moglie Raffaella Castagna: un delitto per il quale sono stati condannati all’ergastolo, per quella che è nota come la strage di Erba, Olindo e Rosa Romano, marito e moglie. Ma nel corso di questi anni più volte Azouz ha detto di non essere convinto della colpevolezza dei coniugi Romano. A suo dire, infatti, Rosa e Olindo non hanno ucciso sua moglie e il figlioletto (oltre alla suocera Paola Galli e una vicina di casa, Valeria Cherubini, altre vittime della strage), ma i veri colpevoli sono ancora in libertà. L’uomo, che ora vive in Tunisia e ha una nuova famiglia, lo ha ribadito ancora una volta via Skype nel corso di un’intervista concessa alla trasmissione Iceberg di Telelombardia. Libero ha anticipato i contenuti dell'intervista. “Non sono convinto di tutto il processo”, ha spiegato l'uomo dicendo di avere ancora dei dubbi. “Secondo me gli assassini sono ancora fuori”, ha detto ancora affermando che la sua vita “è iniziata in salita ed è rimasta in salita”. Azouz dice di avere dubbi sulla confessione di Rosa e Olindo che a suo dire contiene troppi “non so, non ricordo”.

Tutti i dubbi di Azouz in un'intervista – Poi c'è la questione della vicina di casa. I soccorritori hanno detto di aver udito i suoi lamenti ma per Azouz il punto da chiarire riguarda “la testimonianza dei Vigili del fuoco”. “Sentivano Valeria Cherubini che gridava ‘aiuto! aiuto!’”, ricostruisce, “e il medico legale dice che il taglio che ha sulla gola non le permette nemmeno di parlare. Quindi c'è qualcosa che non va anche lì”. Il padre e compagno di due delle vittime della strage contesta anche il fatto che non siano stati analizzati gli indumenti del bambino. “Se uno veramente si sente onesto, di aver fatto il suo lavoro bene, non gli cambia niente nel fare gli esami sui vestiti di Youssef, su quel famoso pelo che è stato trovato. Potrebbe essere dell'assassino”, avrebbe spiegato nel corso dell’intervista. Il tunisino avrebbe fatto anche intendere di aver paura per la sua nuova famiglia, di aver paura che qualcuno possa accanirsi sulla sua nuova compagna e le figlie. Prima di chiudere il collegamento via Skype Azouz avrebbe detto di essere disposto a depositare la sua testimonianza.

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