Strage di Viareggio: pm chiedono condanna a 16 anni per Mauro Moretti, ex ad di FS
Sedici anni di carcere a Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, e 15 per Michele Mario Elia, nel giugno 2009 alla direzione tecnica di Rfi, Rete ferroviaria italiana. Sono le richieste di condanna fatte dai pubblici ministeri nell'ambito del processo sulla Strage di Viareggio, l'incidente ferroviario avvenuto il 29 giugno del 2009, quando un il treno merci 50325 Trecate-Gricignano deragliò provocando la fuoriuscita di gas da una cisterna contenente GPL perforatasi nell'urto e di conseguenza un incendio di vastissime proporzioni che interessò la stazione di Viareggio. A causa del disastro morirono 32 persone e altre 17 rimasero ferite.
Ebbene, per quella tragedia oltre a Moretti ed Elia sono finite a processo altre 31 persone con le accuse di disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo, incendio colposo e lesioni colpose gravi e gravissime. I pubblici ministeri hanno inoltre chiesto una sanzione pecuniaria di un milione di euro per Ferrovie dello Stato, Rfi, Trenitalia e Fs logistica. Stessa cifra per Gatx Rail Austria, proprietaria del carro deragliato, e per Jungenthal di Hannover, l'officina in cui fu effettuata la manutenzione dell'asse che pochi mesi più tardi si spezzò a Viareggio. Secondo i pm Giuseppe Amodeo e Salvatore Giannino: "Il settore merci pericolose per Trenitalia non faceva vetrina, non era strategico. Era l’alta velocità che consentiva apparizioni brillanti. Insomma era altro che interessava”.
La strage di Viareggio: cosa accadde la sera del 29 giugno 2009
Erano le 23 e 48 del 29 giugno del 2009 quando a Viareggio si scatenò l'inferno: un treno carico di cisterne di gpl stava attraversando la stazione ferroviaria quando, a causa della rottura di un'asse, una carrozza deragliò. I macchinisti attivano il sistema di frenata, danno l'allarme e si mettono in salvo, ma altri 14 carri cisterna si ribaltano. Uno di questi viene squarciato da un pezzo di metallo, il gas esce, esplode e le fiamme in pochi minuti avvolgono la stazione e le case vicine. Molte persone muoiono carbonizzate: tra loro bambini di 2,4 e 4 anni, insieme ai loro genitori e nonni. Fu una strage in cui persero la vita 32 persone ma che poteva essere evitata. Secondo la Procura di Lucca, infatti, un dispositivo antideragliamento, la presenza di telecamere retrovisive sui carri e soprattutto un'accurata revisione dei carrelli avrebbero potuto evitare la tragedia, così come l'installazione di un muro di protezione tra i binari e le case vicine alla stazione, richiesto per anni dagli abitanti.