Strage di Viareggio: la prima udienza dell’incidente probatorio in un centro congressi

Il "Centro Lucca congressi e fiere" è diventato per l'occasione un'aula di tribunale: si tiene qui la prima udienza dell'incidente probatorio riguardante la strage di Viareggio, strage consumatasi nel 2009 e in cui hanno perso la vita ben 32 persone. Le persone indagate sono 38 e tra loro c'è anche Mauro Moretti, amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato.
349, invece, le parti offese: tra loro i familiari delle vittime, il comune di Viareggio, la Provincia di Lucca, la regione Toscana, il Consiglio dei Ministri. Questa mattina il giudice per le indagini preliminari affiderà l'incarico a due periti e le parti lese nomineranno dei loro consulenti. Sarà poi stabilita la data dell'inizio dell'incidente probatorio vero e proprio, quando cioè verranno esaminate alcune sezioni del convoglio deragliato e del tratto ferroviario in questione.
Ritorna quindi alla mente quel maledetto 29 giugno del 2009 quando, nei pressi della stazione di Viareggio, deragliò il treno merci 50325 Trecate-Gricignano: da una cisterna che conteneva Gpl, e che si perforò durante l'urto, ci fu una fuoriuscita di gas che provocò una violenta esplosione. Subito divamparono le fiamme e iniziarono a crollare gli edifici nelle vicinanze: in pratica una strage.
In base alle ricostruzioni della Procura, per l'accaduto ci sarebbe la responsabilità da parte di Rfi, una società controllata da Ferrovie dello Stato. La società, infatti, non avrebbe rimosso i pericolosi picchetti che in quella zona tracciano le curve: sarebbe stato proprio un picchetto, infatti, a squarciare la cisterna da cui fuoriuscì il Gpl.
Marco Piangentini, che in quel tragico 29 giugno 2009 riportò ustioni sul 95% del corpo e che nella strage perse la moglie e due figli, ha dichiarato "Oggi è' un giorno importante ma in fondo non cambia niente. Nessuno mi restituirà mia moglie e i miei figli". E' innegabile: nessuno riporterà indietro le 32 persone che hanno perso la vita in quella drammatica esplosione. E' altrettanto vero, però, che chi ha le sue colpe debba pagare.