Strage di Viareggio, 13 imputati condannati. Cinque anni all’ex ad di Fs Mauro Moretti
L'ex ad di FS e Rfi Mauro Moretti è stato condannato a 5 anni nel processo di appello bis per la strage ferroviaria di Viareggio (Lucca) del 29 giugno 2009, che costò la vita a 32 persone dopo il deragliamento e l'esplosione di un treno che trasportava gpl. Per lui la Procura aveva chiesto una condanna a sei anni e nove mesi. Nel primo appello l'ex ad di Fs e Rfi era stato condannato a 7 anni. Moretti è stato condannato per i reati di disastro ferroviario, incendio e lesioni. La corte ha escluso la colpa dell'omessa disposizione della riduzione della velocità dei convogli merci, uno dei profili colposi su cui la Cassazione aveva chiesto di valutare nel merito. Il solo reato di disastro ferroviario è contestato agli altri imputati.
Gli altri condannati
In tutto erano sedici gli imputati, oltre ai vertici di Ferrovie, dirigenti e tecnici di aziende ferroviarie austriache e tedesche addette al controllo e alla manutenzione dei carri merci. 3 sono stati assolti. Michele Mario Elia, ex ad di Rete ferroviaria italiana è stato condannato a quattro anni due mesi e 20 giorni nel processo di appello bis per la strage ferroviaria di Viareggio. Elia al momento della lettura della sentenza non era in aula. Per lui l’accusa aveva chiesto 5 anni e 9 mesi. Nell’appello bis è stato condannato l’ex ad di Trenitalia Vincenzo Soprano anche lui a 4 anni, 2 mesi e 20 giorni. Sono stati invece assolti Francesco Favo (ex responsabile certificazione sicurezza di Rete ferroviaria italiana), Emilio Maestrini (ex responsabile sicurezza di Trenitalia) e Joachim Lehmann (supervisore presso l’Officina Jugenthal di Hannover).
Le parole di Mauro Moretti
Questa mattina giovedì 30 giugno, Moretti ha rilasciato alcune dichiarazioni, suscitando malumori tra i familiari delle vittime che per alcuni secondi si sono voltati in segno di protesta: “Mi sono state attribuite frasi e comportamenti non rispettosi del dolore, talvolta frasi disumane, in cui non mi riconosco – ha detto- Sento di dire che quei comportamenti attribuitemi hanno causato dolore, ma non c'era intenzione. So che hanno causato in voi dolore e sentimenti ma non mi riconoscono e mi sono state attribuite". A quel punto alcuni familiari hanno gridato "no" in aula e il presidente della Corte d'appello, Angelo Grieco, ha richiamato tutti all'ordine. "Da amministratore delegato di Rfi – ha aggiunto Moretti -, non potevo essere autore della politica di investimenti sul trasporto ferroviario merci né passeggeri. Non me lo consentiva la legge. Ogni politica in merito era compito di Trenitalia e delle altre imprese ferroviarie".