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Prima di parlare di diritto alle armi per legittima difesa guardate questa foto

L’arsenale trovato in casa del “tranquillo” infermiere di Napoli suggerisca un NO in risposta ogni qual volta il politicante di turno chiede “armi” per la difesa delle persone perbene. Nulla ti difende, se ha il potere di ucciderti.
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Fucili a pompa, pistole, kalashnikov, machete. Questo era l'arsenale in casa del ‘tranquillo' infermiere di Napoli, Giulio Murolo, l'uomo «mite» che ieri ha fatto quattro morti con l'intento di uccidere molte più persone (altre 6 ferite una delle quali lotta per la vita in ospedale). Guardiamola, guardiamola bene questa foto. E teniamola in mente ogni volta che qualcuno griderà il diritto a difendere casa propria usando pistole. Il porto d'armi per difesa personale dicono sia "complesso" da ottenere. E la licenza d'armi per l'uso sportivo?

D'accordo: di là dei permessi e dei controlli, un pazzo può esserci in ogni casa, in ogni palazzo, in ogni vicolo, impossibile prevederlo. Ma possibile che un arsenale di questo tipo in casa di una persona «normale» non abbia mai destato in nessuno preoccupazione, sospetto, controlli? Alcune armi erano acquistate sul mercato nero (l'AK47, ad esempio, aveva la matricola abrasa). Dunque il ‘normale' cittadino italiano può accedervi, a questo mercato illegale delle armi? Oggi sappiamo solo che quattro persone sono morte, tante famiglie piangono i loro cari. Che questa vicenda suggerisca almeno un «No» secco come risposta ogni qual volta il politicante di turno si sbraccia chiedendo "armi per la difesa delle persone perbene". Nulla ti difende, se ha il potere di ucciderti.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. È autore del libro "Se potessi, ti regalerei Napoli" (Rizzoli). Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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