Strage di Palermo, la maestra del bimbo ucciso dal padre: “Era affettuoso e socievole, non lo dimenticheremo”
Si terrà nella mattinata di oggi, mercoledì 14 febbraio, davanti al gip di Termini Imerese l'interrogatorio di garanzia di Giovanni Barreca, il muratore di 54 anni che ha sterminato la sua famiglia, la moglie 42enne Antonella Salamone e due figli di 15 e 5 anni, e di Sabrina Fina e Massimo Carandente, i coniugi accusati di complicità nella strage familiare avvenuta nei giorni scorsi ad Altavilla Milicia, nel Palermitano.
Secondo i primi esami medico legali Kevin, 15 anni, ed Emanuel, di 5, prima di essere uccisi sarebbero stati torturati con attizzatoi e catene: i due ragazzini sarebbero stati poi soffocati, il più grande è stato trovato sul lettino attaccato a una catena. È stata invece risparmiata la figlia più grande: la 17enne è stata ritrovata nell'abitazione dove è avvenuta la strage dai carabinieri. Per tutti e tre l'accusa è omicidio e soppressione di cadavere. Secondo la Procura, la coppia, che si dichiara innocente, avrebbe istigato Barreca dicendogli che i figli erano posseduti da Satana. Sabato 17 febbraio saranno eseguite invece le autopsie sui cadaveri delle tre vittime.
Parenti, amici e conoscenti sotto shock: "Non avremmo mai immaginato tutto questo"
Intanto, la piccola comunità di Altavilla è ancora sotto shock per quanto accaduto e non si spiega il folle gesto. "Sono molto provata, è una situazione particolare, difficile anche per noi da gestire", dice una delle maestre di Emanuel, il figlio più piccolo della coppia, intervistata dal programma Mediaset Mattino Cinque. "Era un bambino che non potremo dimenticare facilmente, era molto affettuoso, allegro, socievole. L'ultimo giorno è stato il 2 febbraio, poi non lo abbiamo più visto, pensavamo si fosse ammalato perché molti bambini erano assenti".
"Il papà, lavorando molto, lo vedevamo pochissimo, mentre la mamma era sempre presente la mattina e quando veniva a riprenderlo all'una", dice ancora la donna parlando dei due coniugi. In particolare, ricorda Antonella Salamone, la donna di 42 anni uccisa dal marito. "Era dolcissima, gentilissima, affettuosa, sempre disponibile e attenta ai bisogni dei figli. Con tutte le problematiche, le difficoltà che aveva, cercava di gestirli al meglio. Non immaginavo nulla di tutto ciò".
Anche la cugina di Antonella la ricorda con affetto come una madre presente con i figli e molto religiosa : "Organizzava le feste di compleanno e faceva tutto a mano lei. Era proprio orgogliosa dei suoi figli, di questi bellissimi ragazzi. Era anche molto religiosa, per lei il Signore era al primo posto. L'ultimo bambino era Emanuel e mi disse: "L'ho chiamato così perché significa ‘Dio con noi'". Si respirava la parola di Dio ogni volta che parlava. Non parlava però delle sue cose personali, quindi non avremmo mai potuto immaginare una cosa del genere perché anche lui era un religioso. Ma la prima volta che l'ho visto ho capito subito che era una persona esaltata. Mi è caduto il mondo addosso".
A ricordare l'ossessione religiosa di Barreca è anche un'amica di Antonella Salamone, che racconta: "Vedeva demoni dovunque, anche a casa mia. Mi diceva che il mio divano era pieno di demoni e che era opportuno disfarsene. Giovanni mi disse che il divano bisognava buttarlo proprio perché aveva visto la presenza del maligno".