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Strage di Monreale

Strage di Monreale, i papà dei due cugini morti: “Uccisi come animali, non so se riusciremo ad andare avanti”

“Non si può morire così, uccisi come animali”, parla Giacomo Miceli, il padre di Andrea che insieme al cugino Salvatore Turdo è morto nella sparatoria a Monreale. Con loro un’altra vittima. Intanto è stato fermato uno dei cinque responsabili.
A cura di Giorgia Venturini
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Andrea Miceli, Salvatore Turdo e Massimo Pirozzo, le tre vittime della sparatoria.
Andrea Miceli, Salvatore Turdo e Massimo Pirozzo, le tre vittime della sparatoria.
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I genitori di Salvatore Turdo e Andrea Miceli, due dei tre giovani uccisi a colpi di pistola nella strage di Monreale, chiedono giustizia. Anzi, "giustizia vera". A poche ore dalla tragica sparatoria in Sicilia le forze dell'ordine hanno fermato un 19enne per strage: l'accusa è di essere stato uno dei ragazzi che ha premuto il grilletto sparando 20 colpi su una folla di cento persone. Abita nel rione Zen di Palermo. Si cercano altre quattro persone.

"Era un ragazzo solare, amato da tutti, responsabile e la sua grande passione era il calcio. O fanno giustizia o me la faccio io", grida Giacomo Miceli, il padre di Andrea. Il giovane prima di cadere a terra avrebbe cercato di salvare il cugino, l'altra vittima Salvatore Turdo, e di allontanare la fidanzata facendola salire in macchina. Alcuni testimoni di quella sera infatti raccontano di aver visto Andrea cercare di fermare la violenza contro il cugino, ma entrambi sono stati freddati a colpi di pistola. Tra i due cugini c'era un rapporto speciale: lavoravano anche insieme nell’impresa edile del padre di Andrea, Giacomo Miceli. "Non si può morire così, uccisi come gli animali", aggiunge il genitore.

"Non si può descrivere il dolore", precisa invece il padre di Salvatore. E poi ricorda il figlio: "Mio figlio lavorava e il sabato usciva solo per divertirsi e purtroppo hanno incontrato ragazzi che erano lì solo con l'intenzione di uccidere. Non so se ora riusciremo ad andare avanti".

La famiglia chiede giustizia. Il padre di Andrea ribadisce: "Chi è stato si deve costituire, mio figlio e gli altri due ragazzi meritano giustizia. Lo dico anche alle famiglie che non sono riusciti a educarli". Intanto i compagni della squadra di calcio di Andrea hanno appeso uno striscione a un balcone che si affaccia sulla piazza dell'eccidio: "Non lo spegni il sole se gli spari".

Tutto è successo improvvisamente. Solo qualche ora prima di morire Andrea Miceli scriveva su Facebook un post per celebrare il compleanno della nipotina: "Ricordo ancora la prima volta che chiamandomi zio hai saputo far diventare il mio cuore pieno di gioia. Per questo giorno speciale voglio che tu sappia che ti starò sempre vicino e potrai contare sempre su di me".

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