Incidente del bus a Mestre

Strage di Mestre, rientrate le salme dei cittadini ucraini, il Console: “Siamo grati agli italiani”

Le salme ucraine dell’incidente del bus di Mestre lasciano l’obitorio di Mestre oggi. Il Console: “Alcune di queste salme andranno in regioni molto vicine alla guerra”.
A cura di Elia Cavarzan
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Da sinistra il Prefetto Michele Di Bari ed il Console Stanislav Plakhotnyi
Da sinistra il Prefetto Michele Di Bari ed il Console Stanislav Plakhotnyi
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Una lenta processione di carri funebri con all'interno le bare bianche e marroni, dei nove cittadini ucraini morti nella tragedia del bus di Mestre. Questa mattina, attorno alle ore 8 e 30, le salme delle vittime ucraine hanno lasciato definitivamente l'Obitorio dell'Ospedale Sant'Angelo di Mestre, sotto gli occhi del Prefetto di Venezia Michele Di Bari ed il Console del Consolato Ucraino a Milano, Stanislav Plakhotnyi.

Per il Prefetto Michele Di Bari si tratta di "un dolore difficile da annullare", spiega ai presenti. "Abbiamo fatto tutto per fare in modo che famiglie delle vittime, delegazioni consolari e consoli, fossero accolti con l'attenzione necessaria". Poi, la volontà di ringraziare a nome di tutta la prefettura, "l'Uls, la Regione e tutti quanti coinvolti in queste delicate operazioni. Questo va ricordato".

Momento in cui le salme sono state caricate
Momento in cui le salme sono state caricate

Al suo fianco, il Console ucraino Stanislav Plakhotnyi che spiega: "Cinque di queste salme andranno cremate qui a Mestre con i familiari in loco, mentre altre quattro verrano riportate in Ucraina. Sono grato alla prefettura, continua il console, per quanto ha fatto e grato a tutti gli italiani che hanno dato una mano di fronte a questo tragico evento".

Una volta in Ucraina, le salme andranno in zone diverse: "Una doppia tristezza per noi, alcune di loro andranno in zone molto vicine alla guerra. Una vicino a Kherson e l'altra nella regione di Donetsk. Per noi è un momento difficile questo, perdere altri concittadini fa male".

Le bare vengono caricate nei carri funebri che in processione, si accodano davanti all'entrata dell'obitorio dell'ospedale di Mestre, sotto lo sguardo del console e del prefetto: "Un dolore difficile da annullare questo".

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